L'arcobaleno pro-Lgbt fa incassare meno soldi a Milano

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha annunciato recentemente l'aumento a 2 euro del biglietto del metro Atm, dicendo inoltre che questa misura porterà solo benefici alla società meneghina. Un ulteriore sostegno alle casse dell'Azienda Trasporti sarebbe dovuto arrivare dal contratto firmato con la Nike per la concessione esclusiva dei muri della stazione di Porta Venezia: per la campagna pubblicitaria concordata, la multinazionale statunitense avrebbe dovuto versare 400.000 euro.

La polemica

Tuttavia, la disponibilità dell'azienda a stelle e strisce ha dovuto fare i conti con la determinazione dell'amministrazione cittadina guidata da Sala a mantenere sui muri della stazione della linea M1 lo sfondo arcobaleno che la caratterizza dallo scorso giugno 2018. In quel periodo, infatti, i colori rainbow fecero la loro comparsa sulle banchine della stazione in vista del gay pride che si tenne il 30 giugno e a cui partecipò anche il sindaco.

L'accordo

L'arcobaleno sulle pareti è rimasto per sei mesi, fino a quando i vertici di Atm hanno firmato l'accordo con la Nike che si è preparata a dedicare quegli spazi alla promozione del proprio marchio. Ma la scelta di rimuovere l'eredità dell'ultimo gay pride ha provocato la protesta di alcune associazioni e di esponenti locali del Partito Democratico. Anche Beppe Sala non ha mancato di prendere posizione sulla questione ed ha rivolto un appello direttamente all'azienda americana: “Sarebbe da sciocchi perdere un segno come questo. Invito Nike a trovare una formula per lasciare l’arcobaleno dove si trova perché è un simbolo importante e caratterizza quella fermata”.

L'arcobaleno rimane

Alla fine la linea del sindaco ha prevalso e le pareti della banchina continueranno ad essere dipinte d'arcobaleno, mentre gli spazi pubblicitari previsti saranno ridotti. Sembra, però, che questo ridimensionamento avrà un prezzo: Atm dovrà restituire 100 mila euro alla Nike. Sui canali mediatici in cui aveva trovato eco la protesta per la rimozione del simbolo gay-friendly, però, l'aspetto economico è stato messo da parte e ci si è concentrati, invece, a celebrare quella che viene da loro considerata una vittoria di civiltà