Insulti razzisti sulla macchina di un medico della Croce rossa

Ad aggiornare in continuazione il pallottoliere degli episodi di razzismo in Italia si perde il conto. L'ultimo caso è successo l'altra sera a Roma, nel quartiere Pigneto. Una scritta eloquente, fatta probabilmente con un pennarello verde, sul cofano di una macchina bianca: “Negro di m…”. La vittima, un giovane medico della Croce rossa italiana originario del Camerun, Andi Nganso, 32 anni, da quasi 19 in Italia, che ha sporto denuncia. Per lui non è la prima volta, quando lavorava in Lombardia una donna ha rifiutato di farsi visitare da lui per il suo colore della pelle.

Roma peggiore del Nord

Nganso ha raccontato quanto accaduto all'AdnKronos. Dopo aver finito il suo turno, va a cena con un amico, anche di lui di origine camerunense, che ospita a casa sua a Portuense. Nganso parcheggia sulla circonvallazione Casilina e i due vanno a cena in un ristorante al Pigneto. Quando ritornano al veicolo, il medico è qualche metro dietro al suo amico, che vede per primo l'offesa sul cofano e dà sfogo alla sua frustrazione, ma lì per lì Nganso non capisce. “Basta, voglio tornare in Camerun. Non voglio rischiare per la mia vita”, grida. Quando anche il giovane dottore si accorge della scritta sull'auto chiama subito i carabinieri e il giorno dopo, giovedì 22 agosto, va a formalizzare la denuncia al commissariato San Paolo. Ma su quel tratto di strada non ci sono le telecamere, gli dicono gli agenti, e risalire agli autori sarà molto difficile. Nganso commenta con amarezza l'episodio: “Vivo a Roma da soli tre mesi, ma qui l'aria è più pesante che nella provincia del Nord”.

Il precedente

Lui lo sa bene perché lo ha sperimentato di persona, davvero sulla propria pelle. Anzi, per la propria pelle. Nel gennaio del 2018, lavorava all'ex Guardia medica di Cantù, in provincia di Como e una signora sui sessant'anni, quando ha saputo che sarebbe stata visitata da Nganso, se n'è andata dicendo che non si sarebbe fatta visitare da un medico di colore. E la seconda volte che il giovane dottore camerunense fnisce nel mirino dei razzisti è anche la seconda due settimane al personale della Croce rossa. Umar Ghuni, che fa il volontario a Loano, in provincia di Savona, è stato aggredito verbalmente durante una raccolta fondi. “Sporchi la divisa che indossi”, gli hanno detto.