Insulti razzisti a un giovane volontario della Croce Rossa

Venticinque anni e un sogno: aiutare il prossimo. Non è bastato il nobile intento con li quale Umar Nuri, giovane di origine ghanese, ha deciso di diventare volontario della Croce Rossa ad arginare una corrente di pensiero che vede in lui, ragazzo di colore, una persona non degna di indossare quella casacca. Anzi, addirittura qualcuno che la sporca semplicemnte indossandola. Una vicenda paradossale quella avvenuta a Loano, nel savonese, dove il giovane volontario è stato messo nelmirino da alcune persone che, sabato scorso, avrebbe pensato bene di rivolgersi a lui apostrofandolo con una frase ben poco civile per via del colore della sua pelle, mentre Umar regalava dei gadget a una festa organizzata sul lungomare del savonese.

Le reazioni

“Ho sorriso e non ho detto nulla – ha successivamente raccontato il 25enne -, era una ragazza giovane che avrei potuto dirle? Ho lasciato che andasse via”. Un commento scarno che mostra buon senso, preferendo archiviare il caso come un episodio singolo (anche se ammette non essere l'unico) nella comunità dove comunque vive. Ma che nulla toglie alla gravità degli insulti a lui rivolti. Ben più piccata, anche per questo, la reazione del distaccamento della Croce Rossa di Loano: “Ormai è stato superato il limite. E’ inaccettabile che un ragazzo d’oro, uno che ha scelto di aiutare gli altri, venga insultato, Ormai veniamo tutti attaccati come soccorritori, siamo diventati un bersaglio, ma lui e l’altro ragazzo straniero sono nel mirino più degli altri. E stiamo parlando di una persona sempre 'positiva', che riesce a prendere anche questi insulti vergognosi con il sorriso”. Solidarietà anche da parte del presidente della Croce Rossa Francesco Rocca: “Nuove forme di politica e comunicazione malata e tossica stanno toccando i valori fondanti la nostra Comunità”.