“Il femminicidio non esiste”, bufera sulle dichiarazioni del consigliere comunale

E' polemica sulle dichiarazioni di un consigliere comunale della Lega Nord, Fabio Tuiach, secondo il quale il femminicidio sarebbe un’invenzione della sinistra. Come riportano i media locali, questo tema è stato affrontato nel corso della Prima Commissione consigliare del Comune di Trieste presieduta dal leghista Antonio Lippolis e alla presenza dell’assessore, anche lei del Carroccio, Serena Tonel. Al centro della discussione la mozione di Michele Claudio, anche lui della Lega, che chiedeva al Consiglio comunale di promuovere iniziative rivolte ai più giovani per sensibilizzare sul tema dello stalking “spesso anticamera del femminicidio – ha dichiarato Claudio -. Non voglio che su questo tema ci siano bandiere politiche, perchè strumentalizzarein questo caso dimostrerebbe la pochezza dello spessore umano e politico delle persone”.

Le dichiarazioni di Tuiach

Una mozione accettata da tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione. A mettere zizzania le frasi di Tuiach, preso poi di mira dal Partito Democratico. “Questa mattina in commissione mi è scappata una verità scomoda che ha fatto infuriare la sinistra che fa battaglie per garantire a due uomini innamorati di potersi comprare un bimbo con l’utero in affitto! I grillini si sono scatenati – ha detto il consigliere della Lega – quando ho ricordato che il femminicidio è un invenzione della sinistra ma questi dati lo confermano. Intanto in Italia gli unici che continuano a creare problemi sono i nuovi arrivati islamici che hanno una cultura completamente diversa dalla nostra! Ci sono anche italiani a volte, come i due rom che hanno picchiato la mia amica Hellen quando ha difeso con coraggio una collega picchiata a sua volta da un altro rom. Di oggi la notizia che sono tranquilli ai domiciliari a rilassarsi”. A sostegno della sua tesi cita il link di un articolo che parla del rapporto 3 a 1 di omicidi di uomini e donne.

La replica del Pd

Il consigliere leghista, ora, è preso di mira dal Pd: “Credo che un’affermazione di questo tipo, oltre a denotare una non conoscenza del fenomeno, sia offensiva nei confronti delle vittime e degli orfani e estremamente pericolosa e irresponsabile – ha affermato la capogruppo Fabiana Martini -: la risposta migliore gliel’ha comunque data il consigliere Claudio, suo collega di partito e proponente della mozione, che ha precisato che non vuole farne una bandiera politica, che non ha alcuna intenzione di candidarsi alle regionali e che chi cavalca questo cavallo di battaglia a fini elettorali è persona di assai basso spessore umano. Mi aspetto naturalmente una presa di distanza da parte innanzitutto degli esponenti della Lega che governano questa città: chi non si dissocia inevitabilmente diventa complice“.

I dem: “Affermazioni che si smentiscono da sole”

Più aspre e dure le critiche della dem circoscrizionale Maria Luisa Paglia: “Riteniamo scandaloso e inammissibile che un rappresentante istituzionale possa esprimersi contro una legge dello Stato, la cui inosservanza comporta un reato penale. Le sue affermazioni si smentiscono da sole, in quanto, secondo dati oggettivi, del Ministero dell’Interno, non certo i suoi, negli ultimi 5 anni si sono registrati 774 casi di omicidio di donne, una media di circa 150 all’anno”. “Significa che in Italia ogni due giorni (circa) viene uccisa una donna. Inoltre secondo un dossier della Casa delle donne, la maggior parte dei delitti avvengono (a dispetto degli stereotipi) nel nord – ha aggiunto -. Il 31% delle vittime di violenze domestiche sono straniere e di nazionalità italiana il 73% degli assassini. Chi nega l’esistenza della violenza domestica, non solo come reato ma come fenomeno sociale da condannare, non è degno di rappresentare cittadine e cittadini che hanno il diritto di sentirsi tutelati da coloro che si candidano a rappresentarli“.