Francia senza pietà: la storia dei migranti minori respinti

Domenica scorsa la Chiesa ha celebrato la giornata del migrante e del rifugiato, dedicata quest’anno in maniera particolare ai minori, per richiamare l’attenzione sul dramma che coinvolge milioni di bambini e adolescenti costretti a lasciare la propria casa e la propria terra per i motivi più disparati. Dalla Fondazione Terre des Hommes, impegnata dal 2011 con il progetto Faro nell’assistenza ai minori stranieri non accompagnati e alle famiglie con bambini, arrivano alcune storie che lasciano di stucco.

Lo scenario è quello del confine di Ventimiglia. Qui Alam Ali, 14 anni, sudanese, e suo cugino di 16 anni, hanno provato a recarsi in Francia in treno. Erano da soli e il loro obiettivo era quello di raggiungere la mamma di Alam Ali che si trova a Parigi per la strada insieme alla sorellina di 6 anni. “Due bambini – raccontano dalla Fondazione – lo si direbbe lontano un miglio che sono minorenni. Eppure la gendarmeria francese li ha fatti scendere dal treno e li ha rispediti a Ventimiglia. È successo anche a Narmin e a Mustafà, una giovanissima coppia sposata di Aleppo, che ha provato ad andare in Francia nella speranza di raggiungere poi l’Olanda dove si trova uno zio di Mustafà. Hanno 16 e 17 anni, sono sposati, nonostante siano così giovani, ma di fatto agli occhi dell’Europa sono due minori non accompagnati. Erano addirittura in possesso dei loro passaporti che ne attentano l’età. Eppure anche nel loro caso, la polizia francese li ha respinti in Italia, nonostante secondo il trattato di Dublino nessuno stato europeo può respingere un minore non accompagnato, anzi ha il dovere di prenderselo in carico e quindi averne cura”.

Storie che dimostrano una rigidità che fa a pugni con la sbandierata volontà di non lasciare sola l’Italia e gli altri Paesi in prima linea nell’affrontare la questione migratoria. Soprattutto perché vedono protagonisti dei ragazzi, poco più che bambini. E perché si tratta di persone che cercavano di ricongiungersi con i loro cari. Una rigidità miope e crudele che non può che essere condannata.

Terre des Hommes, attraverso Federica Giannotta, responsabile dei Progetti Italia della Fondazione, esprime forte preoccupazione per la drammatica situazione dei minori non accompagnati a Ventimiglia e auspica l’apertura in tempi rapidi di un centro di transito dedicato solo ai migranti minori e alle famiglie con minori. “E’ necessario che venga attrezzato al più presto un centro dove sia possibile garantire un’adeguata protezione ai minori migranti e la fornitura di servizi specifici di assistenza psicosociale e informativa – spiega Giannotta – Finora i minori sono stati accolti nella chiesa di Sant’Antonio, detta anche “delle Gianchette”, e nel campo della Croce Rossa assieme agli adulti. I nostri operatori verificano di continuo situazioni che pongono a rischio l’incolumità dei minori, i quali tentano con tutti i mezzi possibili di passare il confine, mettendo in pericolo la loro vita. Non mancano i casi di ragazze che sono costrette a prostituirsi per poter pagare il passaggio oltre frontiera. Per questo abbiamo deciso di allargare il nostro intervento che ha l’obiettivo di informare i minori stranieri non accompagnati che si espongono a questi rischi circa la possibilità di richiedere il ricongiungimento familiare nel caso avessero parenti residenti regolarmente oltreconfine, evitando così pericoli legati al passaggio di confine illegale, assicurando la presenza di un operatore sociale, un mediatore e un avvocato”.