Farmaco abortivo in vendita nelle farmacie

Presto in Argentina sarà possibile acquistare in farmacia il misoprostol, un farmaco abortivo. Quattro mesi dopo il voto, in Senato, che ha bocciato la legge per la legalizzazione dell'aborto, il mondo pro-vita del Paese sudamericano torna in piazza per tentare di sventare una nuova minaccia.

La manifestazione

Numerosi sono i cittadini che ieri, 6 dicembre, a Buenos Aires si sono dati appuntamento sotto la Casa Rosada, sede della presidenza della Repubblica, per chiedere che venga respinta la risoluzione dell'Anmat, il corrispettivo della nostra Aifa, che consente la commercializzazione del misoprostol nelle farmacie. Sulla questione si è pronunciata anche la Corte Suprema di Giustizia, la quale il 29 ottobre ha decretato che la vendita di questo farmaco potrà avvenire “dietro prescrizione medica” a partire da dicembre di quest'anno. Fino ad oggi poteva essere somministrato soltanto in ospedale da medici specializzati. Sebbene sia un medicinale per le ulcere gastriche, il misoprostolo è anche usato per causare aborti.

La petizione di CitizenGo

L'indignazione corre anche sul web. Sono oltre 9.300 le firme raccolte dalla piattaforma on-line CitizenGo per chiedere le dimissioni immediate dell'amministratore nazionale dell'Anmat e del ministro della Salute argentino, Adolfo Rubistein. Secondo Silvina Spataro, rappresentante di CitizenGo in Argentina, la decisione di rendere vendibile in farmacia il misoprostol “è totalmente arbitraria e costituisce una presa in giro del Congresso Nazionale, che lo scorso agosto ha respinto la legalizzazione dell'aborto nella Repubblica Argentina“. La Spataro ritiene che “con questa decisione, il potere esecutivo sta calpestando le leggi, quindi invitiamo tutti a dimostrare e non rimanere in silenzio”.

Critici i farmacisti

A non rimanere in silenzio sono molti farmacisti. Secondo un sondaggio riportato dalla stampa locale, il 94% dei farmacisti della Provincia di Misiones, nel Nord-Est del Paese, si è detto contrario alla vendita di questo farmaco. I camici bianchi sono preoccupati del fatto che qualcuno possa realizzare ricette false pur di ottenere il farmaco, ma non mancano le motivazioni etiche – come riferisce il presidente Patricio Schiavo – dietro l'opposizione alla decisione della Corte Suprema.