Coronavirus, Napoli: vandalizzano una scuola per fare la brace

Nel rione Amicizia una scuola è stata in alcune parti distrutta. Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità denuncia l'accaduto

La voglia di festeggiare la Pasqua tra amici ha superato anche il senso di civiltà. A Napoli, dove alcuni ragazzi sono andati ben oltre la violazione del Dpcm dell’esecutivo.

Il fatto

“Un gruppo di persone a Pasquetta è nella scuola e nel nido Ammaturo al Rione Amicizia vandalizzandolo. Hanno portato fuori nel giardino tavoli e sedie, acceso una brace e festeggiato così il lunedì. Non ho parole per voi, siete il male di questa città”. Lo scrive in un post su Facebook, Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità, che comprende anche il Quartiere Sanità di Napoli. “Alla Preside, al personale scolastico, ai tanti genitori e residenti nel quartiere, alle associazioni che proprio nei mesi scorsi ci avevano dato una mano a dipingere, abbellire la scuola, organizzato attività con i bambini, posso solo dire che sto con voi – aggiunge – Una volta finito questo periodo torneremo a lavorare ancora di più per rendere quello spazio pubblico più sicuro e più accogliente per i tanti ragazzi del quartiere”.

I controlli delle forze di polizia

Nella giornata del 14 aprile, sono state 265.131 le persone controllate dalle forze dell’ordine. Di queste quasi 9.600 denunciate per violazione del Decreto della Presidenza del Consiglio. Secondo quanto emerge dal sito del Ministero dell’Interno. Inoltre, lo stesso giorno 97.598 sono state le imprese e le attività commerciali sottoposte ad attenzione, di cui poco più di un centinaio sono risultate non a norma. In particolare, sei esercizi sono stati temporaneamente chiusi dalle forze di polizia.

Le indicazioni del decreto del 10 aprile

E’ arrivata la circolare spedita dal Capo di Gabinetto Matteo Piantedosi ai prefetti. La scrittura richiama la possibilità di demandare al personale del Corpo della Guardia di Finanza, in linea con le funzioni proprie di polizia economico-finanziaria, lo svolgimento di specifici controlli e riscontri – a mezzo di disamine documentali, tramite le banche dati in uso e, ove necessario, rilevamenti presso le sedi aziendali – circa la veridicità del contenuto delle comunicazioni prodotte dalle aziende, avuto riguardo all’inclusione nelle categorie autorizzate ovvero all’esistenza della relazione economico-commerciale tra le attività d’impresa appartenenti alle varie filiere consentite.