COMPRA FUCILE GIOCATTOLO E VIENE CONDANNATO ALL’ERGASTOLO

Beccarsi il carcere a vita per aver comprato su internet un fucile…giocattolo. È la paradossale vicenda avvenuta a un 18enne cinese, Liu Dawei che dopo aver acquistato 24 fucili – beninteso, tutti giocattolo – da un sito online, si è trovato nel guai con il sevizio doganale.

Le armi, copie di armi vere, sono state infatti fermate alla dogana che ha a sua volta avvertito la polizia. Poco dopo, degli agenti si sono presentati a casa del ragazzo e lo hanno prelevato per portarlo in prigione con l’accusa di “traffico d’armi”. Secondo la polizia, infatti, 20 dei 24 fucili acquistati erano vere armi, e non giocattoli.

Chi ha dunque ragione, le forze dell’ordine o il giovanotto internauta? Il busillis sta tutto nella definizione che la legge cinese dà di “arma da fuoco”, distante dal comune sentire della gente. Per il diritto, infatti, qualunque oggetto dotato di canna in grado di lanciare un oggetto con una energia pari o superiore a 1,8J/cm2 è una “arma”, anche se nella pratica si tratta di un oggetto del tutto innocuo. Secondo l’avvocato del ragazzo, la forza con cui sparano i presunti fucili d’assalto acquistati su Ebay è quello di “una manciata di fagioli lanciati a mano”. Inoltre, sono fatti di plastica leggera – come molti dei giocatoli acquistati a basso prezzo – e quindi neppure idonei ad essere convertiti in vere armi.

Ma, come dice l’antico detto romano: “Dura lex, sed lex”. La pena minima per il traffico d’armi, in Cina, è di 7 anni. Il puntiglioso giudice però, dato il “grande numero” di armi acquistate da Liu, ha ritenuto logico aumentare la sanzione e infliggere la pena di morte, commutata in ergastolo in considerazione della giovane età dell’accusato. L’avvocato di Liu ha presentato ricorso, ma l’idea migliore è venuta al presunto “trafficante”.

Al momento della sentenza, infatti, Liu ha chiesto al giudice di poter essere fucilato con le “armi” che aveva comprato: se fossero state realmente pericolose, avrebbe avuto la punizione che meritava; al contrario, avrebbe dimostrato l’assurdità della situazione e andarsene in pace. Purtroppo per lui, la legge cinese non contempla la possibilità di avere idee geniali e Liu dovrà affidarsi, nuovamente, alla logica della corte. E sperare bene.