Cina: la persecuzione prosegue, distrutti due santuari

La loro demolizione ha fatto meno rumore in Occidente dell'accordo siglato a settembre tra Cina e Vaticano. Ma ha senz'altro ferito il cuore dei cattolici cinesi, sia di quelli delle comunità ufficiali sia di quelli delle comunità sotterranee. Si tratta del santuario di Nostra Signora dei Sette Dolori a Dongergou (Shanxi), e del santuario di Nostra Signora della beatitudine, conosciuta anche come “Nostra Signora della Montagna” ad Anlong (Guizhou). Come riferisce AsiaNews, le informazioni e i video della distruzione sono stati diffusi giovedì scorso e non è escluso che uno dei due santuari sia stato tirato giù giovedì stesso.

La “sinicizzazione”

Alcuni fedeli avrebbero detto ad AsiaNews che il santuario di Dongergou è stato distrutto in nome della “sinicizzazione”: “le autorità – riferisce l'agenzia – hanno dichiarato che vi erano 'troppe croci' e 'troppe decorazioni oltre ogni limite' e per questo andavano rimosse e distrutte”. Invece il santuario di Nostra Signora della Montagna ad Anlong sarebbe stato distrutto perché le autorità hanno dichiarato che “esso mancava dei permessi necessari alla costruzione”. Sempre su AsiaNews si legge che “una settimana fa, i fedeli di Anlong avevano chiesto ai cattolici di tutto il mondo di pregare perché il loro santuario fosse salvato dalla distruzione”. AsiaNews ricorda che “la campagna per la sinicizzazione è iniziata lo scorso febbraio, con il varo dei nuovi regolamenti sulle attività religiose. Le distruzioni di chiese, croci, dipinti, ecc… sono iniziate in Henan, Xinjiang, Mongolia interna e si sono diffuse in Zhejiang, Jiangxi e altre province. Subito dopo la comunicazione dell’accordo sino-vaticano vi è stato un incremento delle distruzioni“.

Card. Parolin: “Obiettivo pastorale”

Così il card. Pietro Parolin aveva descritto l'accordo tra Cina e Santa Sede: “La firma di un accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei vescovi riveste una grande importanza, specialmente per la vita della Chiesa cattolica in Cina e per il dialogo tra la Santa Sede e le autorità civili di quel Paese, ma anche per il consolidamento di un orizzonte internazionale di pace, in questo momento in cui stiamo sperimentando tante tensioni a livello mondiale“.