Ciclista si sente donna, gareggia con loro e stravince

La foto è eloquente. Ritrae un ragazzo, inconfondibile divisa da ciclista addosso, sul gradino più alto del podio, abbracciato a due ragazze: una alla sua destra e una alla sua sinistra. Un uomo, dunque, che si sente una donna, ha vinto un'importante gara di ciclismo femminile domenica scorsa in California. Si tratta dei Campionati del Mondo di ciclismo su pista Uci 2018, che quest'anno si sono disputati a Los Angeles per la fascia d'età 35-39 anni.

Come riferisce il Daily Signal, l'uomo Rachel McKinnon, in rappresentanza del Canada, ha battuto l'olandese Carolien Van Herrikhuyzen e la ciclista americana Jennifer Wagner. McKinnon ha celebrato la vittoria su Twitter, scrivendo: “Prima campionessa mondiale transgender“. Intervistato da Usa Today nel gennaio scorso, il ciclista, che lavora come assistente professore di filosofia al College di Charlestone in South Carolina, ha risposto a chi ritiene inopportuno che un atleta biologicamente maschio gareggi con le donne, in quanto avvantaggiato. “Concentrarsi sul vantaggio nelle prestazioni è in gran parte irrilevante, perché si tratta di una questione di diritti – le sue parole -. Non dovrebbe preoccuparci che le persone trans partecipano alle Olimpiadi. Dovrebbe invece preoccuparci che vengano rispettati i diritti umani”. Secondo McKinnor, su questo tema, non conta l'opinione della maggioranza. “Quando si tratta di estendere i diritti a una minoranza, perché dovremmo chiedere alla maggioranza? – si è chiesto – Scommetto che molti bianchi siano stati in disaccordo quando abbiamo 'desegregato' gli sport consentendo la partecipazione ai neri“.

Il Canada si conferma Paese portabandiera dell'ideologia gender. Nei giorni scorsi un'organizzazione che si occupa di sport nei campus universitari canadesi, ha approvato un documento che consente ai maschi biologici che si sentono donne di competere con le femmine. “Con effetto immediato, gli studenti-atleti di U Sports (questo il nome dell'organizzazione, ndr) saranno idonei a competere nella squadra che corrisponde al loro sesso assegnato alla nascita o alla loro identità di genere”. Si precisa inoltre che agli uomini basterà identificarsi come femmine, non ci sarà bisogno di dimostrare di aver avuto un intervento chirurgico.