Centri estivi aperti, ma non per tutti: grandi differenze tra Nord e Sud

Save the Children lancia un allarme sulle grandi disparità in Italia nell'offerta dei centri estivi per condizioni di accesso, costi e agevolazioni

Un centro estivo

I centri estivi italiani hanno riaperto, ma non tutti i bambini che vorrebbero accedervi riescono. E’ quanto evidenzia Save the Children che lancia un allarme sulle grandi disparità in Italia nell’offerta dei centri estivi, per condizioni di accesso, costi e agevolazioni. Secondo i dati raccolti dall’associazione, per molti bambini c’è il rischio di una estate vuota di opportunità educative e di socialità.

L’indagine

L’indagine condotta sull’accessibilità dei centri estivi comunali o convenzionati per i minori in Italia ha preso in considerazione 20 comuni capoluogo di regione andando a rilevare il periodo di avvio delle attività, le fasce di età dei bambini accolti, le tariffe e le agevolazioni e le esenzioni. “Dall’analisi dei dati – scrive Save the Children Italia -, risulta chiaro un panorama frammentato in tutta Italia, con regole differenti in base ai comuni, che spesso crea confusione e marca le differenze tra Nord e Sud del Paese”.

Le città con e senza centri estivi

Dai dati emerge una profonda differenza tra quei comuni che hanno scelto di centralizzare l’offerta e raccogliere direttamente le domande delle famiglie interessate (quali Bologna, Milano, Torino, Trieste, Trento, Aosta, Firenze, Ancona, Genova, Venezia, Campobasso) e quei comuni che hanno preferito delegare anche questi aspetti al settore privato o al terzo settore (come Napoli, Cagliari, Perugia, Palermo, Potenza e L’Aquila). Inoltre, alcuni comuni hanno pubblicato dei bandi con Fondi per sostenere parte delle spese di gestione degli enti organizzatori e per supportare l’accesso gratuito delle famiglie più in difficoltà (Bari, Catanzaro). Una situazione particolare si è verificata su Roma, dove ogni Municipio ha deciso in autonomia.

Il commento

“Nonostante l’impegno di tantissime organizzazioni del terzo settore, di molte scuole e amministrazioni locali, i centri estivi non riescono ad oggi a garantire opportunità educative, ricreative e motorie a tutti i bambini e agli adolescenti che in questo periodo ne hanno particolarmente bisogno – scrive l’organizzazione -. Le difficoltà nel garantire l’offerta estiva riguardano, naturalmente, le stringenti regole di sicurezza sanitaria che occorre assolutamente rispettare, le difficoltà di impiego delle risorse stanziate al livello nazionale e, come si evince dal monitoraggio, le grandi differenze di modalità di accesso e di tariffe che rendono estremamente complesso, in molti casi, per le stesse famiglie, orientarsi nella scelta”.

Agosto ultima spiaggia

“Ci auguriamo – conclude Save The Children – che nel mese di agosto lo spettro delle opportunità per i bambini possa ampliarsi ancora, con l’impegno delle istituzioni ad ogni livello, e che nel frattempo si prepari la riapertura delle scuole già dal primo settembre e il regolare avvio dell’anno scolastico in tutte le Regioni entro il 14 settembre“.