Campi di concentramento per gay in Cecenia: la denuncia dei media russi

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Veri e propri lager, come non se ne vedevano dai tempi del nazismo, destinati alla reclusione e alla “rieducazione”, a suon di torture, delle persone di orientamento omosessuale. Un’atrocità che, secondo quanto riferito dal quotidiano indipendente russo “Novaya Gazeta”, si svolgerebbe da qualche mese a questa parte in Cecenia e che, finora, avrebbe provocato la morte di almeno tre persone, sottoposte a sevizie e brutalità in nome dell’odio e del disprezzo vigenti contro di loro. La testata riporta quelle che sarebbero alcune testimonianze di sopravvissuti, rilasciati solo dopo il pagamento di elevati riscatti da parte dei familiari dalla prigione segreta nella quale erano detenuti, i quali avrebbero riportato di trattamenti elettroshock, percosse con tubi metallici e altre torture, accompagnati da insulti e frasi di spregio.

L’ondata di arresti ai danni di persone gay, sarebbe stata avviata (secondo quanto riferito dal quotidiano) a seguito del fermo di un uomo trovato in possesso di contenuti e contatti omosessuali nel suo cellulare. Un procedimento che sarebbe stato utilizzato in modo ripetuto da parte delle forze dell’ordine cecene che, a seguito del sequestro dei telefonini, li utilizzavano per reperire e arrestare a catena altre persone, lasciando appositamente accesi i dispositivi in attesa di chiamate che potessero consentire ulteriori blitz. Le autorità della repubblica della Federazionee russa hanno smentito quanto denunciato da “Novaya Gazeta” e da numerose associazioni dello Stato e di altri Paesi, paventando motivazioni ritenute palesemente omofobe e incitanti all’odio, sostenendo che tale accusa non poteva essere possibile per il semplice fatto che, nel loro territorio, i gay non esistono.

“I detenuti venivano interrogati, costretti a sedersi su delle bottiglie, picchiati. Alcuni venivano percossi fino a un attimo prima che morissero e poi riconsegnati ai familiari”. Questa la testimonianza di un sequestrato riferita al quotidiano, non dissimile da quelle riportate dagli altri che sarebbero stati rilasciati dopo il pagamento del riscatto. Le notizie, ormai ricorrenti, di tali atrocità hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale che, man mano, ha cominciato a muoversi per chiedere chiarezza e pronti interventi su quanto accade in Cecenia: “Non accennano a fermarsi le notizie che provengono dai media russi di opposizione che sono riusciti ormai a localizzare vere e propri campi di prigionia destinati agli omosessuali – ha spiegato l’associazione radicale “Certi diritti” in una lettera inviata all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, Federica Mogherini, e al ministro degli esteri, Angelino Alfano -, dove uomini e ragazzi sequestrati dai corpi paramilitari subiscono sevizie di ogni tipo…  Chiediamo che siano attivate tutte le iniziative urgenti e necessarie per l’invio di osservatori internazionali nella regione e concedendo immediatamente asilo ai sopravvissuti e alle vittime potenziali di questa follia”.

Anche alcuni parlamentari del Partito democratico hanno inoltrato un’interrogazione al ministro Alfano,  “per chiedere una posizione forte del nostro paese davanti a questa vergogna. Vanno messe in campo tutte le iniziative necessarie per chiarire i fatti e intraprendere azioni adeguate, a partire dalla richiesta al governo russo di avviare un’inchiesta e dall’invio di osservatori internazionali in Cecenia”.