Assumi cibi alla cannabis? Sei un pericolo al volante

Il tema della cannabis light arriva anche su strada. Il noto mensile automobilistico Quattroruote, nel numero di novembre in uscita nelle edicole oggi, propone un'inchiesta dalla quale emerge che il consumo di cibi a base di questa sostanza, benché abbia una percentuale ridotta di thc, può indurre ad errori alla guida, azionamenti del pedale del freno quando non necessario, aumenti del tempo di reazione a veicolo fermo.

Il test

La rivista ha organizzato un test sulla propria pista misurando le capacità al volante di soggetti volontari prima e dopo l'assunzione di cibi a base di cannabis light, con la consulenza scientifica di un medico e degli esperti dell'Istituto farmacologico Mario Negri di Milano. I giornalisti si sono recati, in incognito, in uno dei tanti negozi che hanno aperto in Italia per vendere prodotti a base di cannabis light e hanno chiesto alla redazione de Il Cucchiaio d’Argento, storico brand della nostra casa editrice, di utilizzarli per confezionare alcuni dolci. Tre volontari, sotto controllo medico, prima e dopo averli mangiati (e aver assunto alcune bevande contenenti le stesse sostanze), hanno affrontato alcune prove in pista, studiate per verificare i tempi di reazione e l’abilità nella guida. I risultati sono stati eloquenti: pur non commettendo errori di guida clamorosi, i tre volontari hanno incrementato in maniera significativa i falsi allarmi (ovvero gli azionamenti del pedale del freno in assenza dello stimolo visivo) nella prova statica dei riflessi. A questo si è aggiunto un aumento del tempo di reazione a veicolo fermo di uno dei soggetti, che ha anche messo in luce una percezione distorta della velocità stimata rispetto a quella effettiva. Nel numero di novembre di Quattroruote si analizzano questi aspetti e si approfondiscono altri effetti potenzialmente pericolosi. “A parte questi risultati – si legge sul sito della rivista – va sottolineato come gli esperti (in particolare, quelli dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano) denuncino la scarsa conoscenza attuale dei possibili effetti della cannabis light, in assenza di studi approfonditi, soprattutto in caso di assunzioni massicce o prolungate nel tempo. Un pericolo in più che ne sconsiglia l’uso, anche nel rispetto dei termini di legge“.

Cannabis light nel mirino del Ministero

Il dibattito su questa sostanza è aperto, anche in ragione del parere del Consiglio superiore di sanità (Css), richiesto nel febbraio scorso dal Ministero della Salute, secondo cui “non può essere esclusa la pericolosità della cannabis light”. Tuttavia, rivenditori di cannabis light continuano a proliferare in tutta. Di recente il ministro della Famiglia, con delega alla tossicodipendenza, Lorenzo Fontana, ha spiegato: “Ho chiesto all’Istituto Superiore di Sanità di vedere lo studio perché servono dei dati per far capire quali sono i pericoli legati alle sostanze vendute nei negozi. Stiamo monitorando la situazione. Questa è chiaramente anche una battaglia culturale che faremo come istituzione e con realtà come voi che considero fondamentali”.