Vivere con una malattia rara

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Il festival cinematografico “Uno Sguardo Raro” nasce a Roma dall’incontro di Claudia Crisafio, autrice e attrice, e Serena Bartezzati, malata rara e professionista della comunicazione, che hanno fatto propria una convinzione che apparteneva a Ingmar Bergam: “Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”.

Un altro linguaggio

L’obiettivo è quello di coinvolgere sempre più giovani, studenti universitari e allievi delle scuole di cinema, arte e comunicazione, per interessare le nuove generazioni al tema delle malattie rare, con la speranza che queste possano non solo raccontarle al pubblico attraverso il proprio lavoro, ma stimolare anche una maggiore inclusione sociale per la comunità. 350 milioni nel mondo, oltre 1 milione in Italia sono le persone affette dalle circa 7mila patologie rare identificate fino ad oggi. “Cosa significa vivere con una malattia rara? – si chiede Dire -. Per capirlo, un film può essere più utile di un altro tipo di linguaggio, grazie al forte impatto emotivo che evoca la pellicola cinematografica”. Uno sguardo raro (the Rare Disease International Film Festival) è il festival di cinema internazionale sul tema delle malattie rare, quest’anno giunto alla sua quinta edizione.

Campagna di sensibilizzazione

“Per partecipare al festival, che si svolgerà a Roma dal 9 al 15 marzo 2020, è online il bando, a iscrizione gratuita, aperto a tutti e scaricabile dal sito www.unosguardoraro.org – sottolinea Dire -. Sei le categorie per le quali è possibile partecipare, fino al 30 novembre 2019: cortometraggi italiani, cortometraggi internazionali, cortometraggi di animazione, documentari, corto/spot di sensibilizzazione in collaborazione con Ferpi, corto/spot istituzionale di comunicazione in sanità, in collaborazione con Pa Social”. Saranno selezionati video di sensibilizzazione sull’importanza dell’inclusione sociale, ma anche opere che parlano di disabilità, empatia, resilienza, o della capacità di superare i propri limiti, per creare un punto d’incontro solidale tra il mondo del cinema e una realtà ricca di spunti narrativi intensi. “Quest’anno i vincitori, selezionati da una giuria di qualità, riceveranno un premio di 500 euro per 4 categorie in concorso: miglior cortometraggio italiano, miglior cortometraggio internazionale, miglior corto di animazione e miglior documentario – evidenzia Dire -. Nell’edizione 2020, il “Premio Comunicazione” realizzato con Ferpi entra nelle categorie in concorso ed è aperto sia ad associazioni pazienti che ad aziende farmaceutiche che possono presentare video di sensibilizzazione o che incoraggino un cambiamento di comportamento”. Anche il corto/spot di comunicazione in sanità e relativa campagna social, in collaborazione con Pa Social, è parte delle categorie in concorso ed è aperto a ospedali, Asl e associazioni pazienti che operano in ospedale, che possono partecipare con prodotti video di servizio rivolti sia al pubblico che al personale interno.