“Vi spiego cos'è la broncopatia cronica ostruttiva”

E' la cosiddetta malattia dei fumatori nella maggior parte dei casi. Conoscerla può aiutare a prevenirla, ciò significa guadagnare anni di vita e di salute sia propria che di chi ci circonda. Rivolgersi allo specialista Pneumologo è il primo passo da compiere nel momento in cui la sintomatologia dell’insufficienza respiratoria accompagnata da tosse sia persistente in tal caso  sarebbe bene sottoporsi ai test di funzionalità respiratoria al fine di valutare tempestivamente un corretto quadro clinico. Il professor Giorgio Fumagalli Dirigente Medico Pneumologo presso la Unità Operativa Complessa di Pneumologia del  Presidio Ospedaliero “San Filippo Neri” di Roma ci fa conoscere questa patologia più approfonditamente per prevenirla e curarla.

Dottore oggi assistiamo ad un aumento delle malattie respiratorie, soprattutto si è abbassata la fascia di età quali sono le cause?
“Possiamo distinguere le malattie respiratorie in due grandi argomenti: le malattie delle vie aeree e le malattie del polmone profondo. E’ una distinzione scolastica più che clinica ma permette di capire la relazione fra la patologia e le cause.  Tutto l’apparato respiratorio è aggredito da ciò che respiriamo, introducendo in esso dai 3 ai 6 litri   di aria al minuto che si distribuisce su una superficie di circa 150m2.  se ciò che introduciamo non è pulito o il nostro sistema di difesa è alterato, si sviluppa la patologia respiratoria.  Ovviamente l’aria peggiore si trova nelle aree urbane, altamente inquinate dal traffico veicolare, dagli esalati dei riscaldamenti domestici, dagli inquinanti industriali. Tuttavia la peggiore causa delle malattie respiratorie nei giovani continua ad essere il fumo di sigaretta: i prodotti di combustione del tabacco e della carta e gli aerosol derivati dai dispositivi elettronici, le cosiddette e-cig, sono sostanze aggressive sull’epitelio di rivestimento delle vie aeree e sul polmone profondo, creando un ampio spettro di malattie respiratorie: asma, bronchite cronica, enfisema, tumore del polmone.   La legge Sirchia sul divieto di fumo nei locali pubblici aveva cambiato radicalmente le abitudini   degli italiani, ma recentemente tutto è stato dimenticato specie a causa dei dispositivi elettronici che nell’incertezza legislativa hanno aperto il varco al concetto di assenza di danno correlato al fumo”.

Perché si parla spesso del tumore al polmone e molto meno di altre patologie invalidanti?
“Il tumore del polmone è una patologia severa, altamente invalidante, rapidamente mortale. Non conosce una significativa differenza di sesso, proprio perché legato all’esposizione ambientale,  colpisce anche fasce d’età inferiori ai 60 anni. Le terapie attuali, chirurgia, chemioterapia, terapia immunologica e biologica, radioterapia e brachiterapia oltre alla capacità diagnostica precoce, non sono riuscite a scalfire la paura. Nel pensiero collettivo, la preoccupazione principale in corso di accertamenti pneumologici, continua ad essere il tumore del polmone.  Pochi sono i pazienti che sanno esprimere la definizione, la gravità e la prognosi di tutte le altre malattie respiratorie come l’asma e la BPCO, le bronchiectasie, le fibrosi polmonari, le malattie granulomatose. Si tratta quindi di aumentare lo sforzo educazionale nelle scuole secondarie anche di primo grado, di allargare la politica antifumo, disincentivando l’uso dei dispositivi elettronici, di promuovere le giornate internazionali di asma e BPCO, finalizzate alla diffusione della cultura e alla diagnosi precoce”.

Gli esami diagnostici aiutano a differenziare le malattie legate all’inquinamento atmosferico rispetto ad altre cause?
“Certamente di fronte alla malattia delle vie aeree o del polmone profondo, l’iter diagnostico è in grado di discriminare fra malattie infettive, infiammatorie, degenerative. Ma l’inquinamento atmosferico, in cui rientra comunque il “fumo di sigaretta”, rappresenta un determinate sempre e comunque presente, difficilmente separabile da altre cause meno evidenti”.

L’Oms ha stimato che la Bpco è ipotizzata come terza causa di morte negli anni a venire e la disabilità Bpco si attesterà al quinto posto per gravità in termini di riduzione di vita…
“Gli studi relativi al 'Global Burden Disease' dimostrano esattamente questo: a fronte di una riduzione negli anni delle patologie cardiovascolari, infettive o oncologiche polmonari, la BPCO tenderà ad aumentare peggiorando non solo la sopravvivenza ma anche parametri relativi alla qualità di vita o dei giorni persi al lavoro, famiglia o scuola”.

Gli adolescenti già a dodici anni fumano, si fa prevenzione sufficiente nelle scuole?
“Assolutamente no. Non ci sono campagne educazionali finalizzate esattamente ed esclusivamente a questo scopo, né tramite mass media, né nei singoli istituti scolastici. Non dimentichiamo anche la difficoltà a trasmettere il messaggio “antifumo” per la resistenza da parte degli insegnanti, genitori e medici fumatori. Si potrebbe iniziare vietando il fumo, anche con dispositivi elettronici, entro l’area scolastica, degli uffici governativi, degli ospedali, dell’università. Si possono promuovere iniziative informative ed educazionali fra i neo genitori nel periodo della gravidanza e del parto, al momento dell’iscrizione all’asilo nido e alla scuola materna e primaria: campagne finalizzate al benessere del bambino per il quale si si acquistano i prodotti migliori “bio” ma ci si scorda di ciò che respirano in casa o in automobile. Si possono coinvolgere i dirigenti scolastici nella promozione di progetti specifici nelle scuole secondarie”.

Recenti studi mettono sotto accusa le sigarette elettroniche quale è il motivo?
“Le sigarette elettroniche rappresentano un mercato ancora di piccole dimensioni e il danno respiratorio a lungo termine ancora non può essere definito nei meccanismi patogenetici particolari. Ma le giovani morti correlate all’uso di questi dispositivi ha elevato il livello di attenzione: sono state identificate diverse sostanze disciolte nelle ricariche acquose conosciute come determinanti di danno polmonare infiammatorio e cancerogeno come formaldeide, glicerolo, aldeidi della vitamina E. Ancora meno evidenze scientifiche risultano per i dispositivi di riscaldamento del tabacco (per esempio IQOS), con i quali si liberano comunque sostanze dannose, sebbene in misura inferiore rispetto ai prodotti della combustione del tabacco. In ogni caso la diffusione dei dispositivi fra i giovani e l’errato messaggio che si tratti di mezzi efficaci per la disassuefazione o cessazione dal fumo attivo, ne aumentato significativamente la pericolosità”.

 La Bpco può considerarsi  un problema non trascurabile anche in età giovanile? 
“Certamente. Il danno infiammatorio a carico delle vie aeree comincia in giovane età, è correlato all’esposizione ambientale in età infantile e a fattori genetici. Per definizione la BPCO è una patologia cronica e parzialmente irreversibile, caratterizzata da sintomi e da ostruzione al passaggio di aria nelle vie aeree. Il semplice meccanismo fisiopatologico e i sintomi che questo comporta possono essere di ridotto impatto nella vita quotidiana, specie nei giovani. Questo contribuisce a creare l’idea che la patologia respiratoria sia insignificante, irrilevante rispetto alla disabilità, certamente molto meno severa dell’infarto miocardico o dell’ictus cerebri. Ma nessuno considera realisticamente che quanto si perde negli anni in termini di funzione respiratoria (leggi ostruzione al flusso) a causa del fumo non potrà mai più essere recuperato se non dopo tre decenni di cessazione”.

È veritiero che la Bpco sia ampiamente sottostimata e sotto-diagnosticata?
“E ’certamente sotto diagnosticata. Basti pensare che la diagnosi si basa sull’esecuzione delle prove respiratorie e l’esplicitazione di sintomi tramite questionari specifici anche autosomministrabili. Questo percorso diagnostico, sebbene iniziale, ma talvolta esaustivo per la maggior parte dei pazienti, viene completato da una ridotta quota dei pazienti fumatori, ancor meno se di giovane età”.

È possibile fare un’anticipazione diagnostica o il paziente giunge già in condizione di patologia avanzata?
“Allo stato attuale la maggior parte delle risorse sanitarie sono destinate alla cura di chi è già malato ed è tendenzialmente in età superiore ai 70 anni. Sebbene sia sempre possibile eseguire una diagnosi precoce, con un esame semplice ed attendibile come le prove funzionali respiratorie complete, manca una cultura generale di prevenzione primaria e di diagnosi precoce”.

Come si gestisce un paziente affetto da BPCO?
“Quando la diagnosi è chiara, è indispensabile verificare i fattori di rischio, lavorativi, ambientali, comportamentali, che devono essere rimossi o perlomeno attenuati gradualmente fino alla possibile rimozione. Poi bisogno identificare le comorbilità associate alla BPCO: cardiovascolari (cardiopatia ischemica, ipertensiva, aritmica), muscolo-scheletriche (osteoporosi, obesità), metaboliche (diabete, insufficienza renale), neuro-psicologiche (depressione). Infine identificare le possibili complicanze come le apnee, le bronchiectasie, gli esiti cicatriziali, l’obesità, la patologia gastro-esofagea. Quando il quadro è ben definito, anche gli interventi terapeutici sono molto chiari, ben conosciuti e validati a livello internazionale, e riguardano la rimozione dei fattori di rischio, come l’abitudine tabagica, la somministrazione di vaccini per l’influenza e la polmonite pneumococcica, la somministrazione di farmaci per via inalatoria o sistemica. Ampiamente riconosciuta come di fondamentale importanza è la riabilitazione respiratoria, lo stile alimentare e l’attività fisica. Da ultimo e solo in caso di necessità documentata, può essere utilizzata l’ossigeno-terapia, indispensabile al normale funzionamento degli organi vitali come cuore, testa, rene e muscoli, e utile alla riabilitazione globale del paziente quando il polmone profondo non è più in grado di garantire la sua funzione primaria”.