In farmacia il primo test per il papilloma virus

L'hanno messo a punto due ex allievi della Normale di Pisa fondatori di una startup a Trieste: “E' un test sensibile e non invasivo”, spiegano. In Italia l'8,5 % di tutti i tumori, spiega l’Airc, è legato alla presenza di virus che, utilizzando meccanismi e strategie differenti, riescono a infettare le cellule sane e a dare il via ai processi di formazione del cancro.

Sos cancro

Tra i virus più noti per il loro legame con il cancro c'è il papilloma virus umano (Hpv), responsabile di circa il 20% dei 31.000 casi di tumore causati da virus che si verificano ogni anno. Se fino a qualche anno fa la ricerca si è concentrata solo sul rapporto tra HPV e tumore della cervice uterina, sono sempre più numerose le prove che dimostrano come il papilloma virus abbia un ruolo anche in altri tipi di cancro, non solo femminili e non solo dell'area genitale. E' italiano il primo test al mondo per la diagnosi del Papillomavirus umano (Hpv) disponibile in farmacia, che le donne possono eseguire a casa per individuare e tipizzare l'agente infettivo potenzialmente responsabile del cancro al collo dell'utero. L'hanno messo a punto Bruna Marini e Rudy Ippodrino, che dal 2009 al 2015 hanno frequentato il Corso di perfezionamento in biologia molecolare della Scuola Normale di Pisa, fondando poi nell'Area Science Park di Trieste la startup Ulisse BioMed.

Esame “fai da te”

Il test si chiama “Ladymed”, è stato sviluppato presso la startup e validato clinicamente da istituti quali il Centro di riferimento oncologico di Aviano, l'azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste e il Policlinico universitario Campus Biomedico di Roma. “Grazie a un prelievo non invasivo, che la donna può effettuare direttamente a casa – spiegano dalla Scuola Normale all’Adnkronos – è possibile rilevare il virus anche senza ulteriori procedure mediche, con un considerevole abbattimento dei costi e dei tempi della diagnostica”. I due ex allievi confermano che “il nostro test è non invasivo e sensibile”, ed è “il primo al mondo presente direttamente in farmacia per il rilevamento del Papilloma. Rispetto ai test molecolari utilizzati negli screening nazionali, Ladymed è anche in grado di genotipizzare il virus, ovvero fornire indicazioni precise sul ceppo presente nell'infezione”. L'esame, aggiungono i due scienziati italiani, “si inserisce nel panorama dei test 'consumer genetics', che hanno già ampiamente dimostrato di riscontrare un enorme interesse da parte dei consumatori. Basti citare il successo di test basati sull'autoprelievo come 23 and me e 2My heritage”.

Innovazioni scientifiche

Ippodrino, laureato all'università di Firenze, e Marini, laureata a Trieste, evidenzia l’Adnkronos, hanno seguito il corso alla Normale di Pisa con i professori Arturo Falaschi e Mauro Giacca. Subito dopo hanno creato la startup Ulisse BioMed, grazie alla raccolta di 5 milioni di euro mediata da Copernico sim Spa. La startup ha anche vinto grant nazionali e europei, per un valore complessivo progettuale di circa 1,5 milioni di euro. Ulisse BioMed, oltre allo staff dirigenziale, conta una decina di ricercatori del settore biomedico e farmacologico, e collabora con numerosi istituti scientifici di eccellenza internazionali. L'attività di ricerca punta adesso ad altri tipi di test non invasivi. “Abbiamo anche altri progetti di ricerca estremamente innovativi e rivoluzionari – raccontano all’Adnkronos i due startupper -. Ad esempio stiamo realizzando i nanointerruttori, in grado di rilevare istantaneamente la presenza di biomarcatori proteici, con lo scopo di utilizzarli su apparecchi simili ai glucometri usati per la misura della glicemia nei pazienti diabetici, per la diagnostica portabile. I nanointerruttori li abbiamo costruiti, funzionano e ora siamo alle porte della loro validazione clinica”.

Promiscuità sessuale

Hpv non è un unico virus, ma una grande famiglia costituita da oltre 120 diverse tipologie (sierotipi o ceppi), alcune delle quali considerate a “basso rischio” poiché non si associano in genere allo sviluppo di un tumore, e altre definite “ad alto rischio” poiché potenziali fattori di insorgenza del cancro. Entrando più nel dettaglio, le varianti HPV 6 e HPV 11 sono due delle più note tipologie a basso rischio, responsabili della formazione di verruche e condilomi genitali, mentre HPV 16 e HPV 18 rappresentano i più comuni ceppi ad alto rischio, causando circa il 70 per cento dei tumori della cervice uterina e la maggior parte degli altri tumori legati all'infezione. I membri della famiglia del papilloma sono non solo molto numerosi, ma anche estremamente diffusi, tanto che, si stima, circa 8 persone su 10 nel corso della vita entrano in contatto con uno di questi virus, che si trasmettono soprattutto per via sessuale.