Il virus ignoto che minaccia l'umanità

X, come la dimensione. Una lettera che indica il mistero e l'ignoto. Qualcosa che, forse, ancora non esiste ma già fa paura, a metà fra previsione e certezza. Così, quando l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha inserito nella “List of Blueprint Priority Diseases” (la lista degli agenti patogeni più pericolosi) una malattia chiamata, appunto, “Disease X“, l'allarme è risuonato forte da un angolo all'altro del pianeta.

La lista nera 

L'elenco stilato dall'agenzia Onu contiene il peggio del peggio in termini di virus e batteri mortali: dall'Ebola alla Sars, passando per Zika e Lassa. E ora si “arricchisce” di una nuova minaccia: Disease X (“malattia X”) per l'appunto. Una patologia della quale non si sa ancora nulla, perché non si è ancora manifestata, ma potrebbe, in futuro, essere responsabile di un'epidemia su scala globale e contro cui, attualmente, non esistono contromisure.  

Minaccia nascosta

L'inserimento nella lista è frutto di un vertice a Ginevra di un comitato dell'Oms composto da virologi, infettivologi e batteriologici, chiamati valutare e considerare le patologie con potenziale pandemico. Ma perché lanciare l'allarme su una malattia che ancora non esiste? La risposta è nell'evoluzione, non solo degli agenti patogeni ma anche della società umana e delle sue abitudini. “L’intensità del contatto umano e animale sta crescendo sempre di più con lo sviluppo del mondo, e questo rende più facile l’emergere di nuove malattie – ha spiegato il consigliere dell’Oms, Marion Koopmans – ma anche i viaggi e il commercio moderni rendono molto più probabile la loro diffusione“. Disease X, insomma, secondo l'organizzazione, “rappresenta la consapevolezza che una grave epidemia internazionale potrebbe essere causata da un agente patogeno attualmente sconosciuto“. 

Esperimento letale

Il quale potrebbe essere il risultato di una mutazione di virus e batteri già esistenti o, addirittura, di un vero e proprio esperimento di laboratorio finalizzato alla guerra batteriologica. Le nuove tecnologie, associate allo sviluppo dell'editing genetico, del resto, agevolano la creazione in “vitro” di virus e batteri, che potrebbero presto essere nelle mani di organizzazioni terroristiche (come Al Qaeda e l'Isis) o di Paesi nemici dell'occidente. 

Prevenzione

Tanti fattori di rischio, insomma. Da lì la scelta dell'Oms, che mira a spronare i governi nazionali a mettere in campo risorse e programmi atti a prevenire un'epidemia improvvisa, capace di uccidere milioni di persone. “L'esperienza ci insegna che queste malattie colpiscono nel momento in cui non ce le aspettiamo” ha detto alla Cnn Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale Usa per le allergie e le patologie infettive. “Non avevamo previsto il virus Zika – ha osservato – e non immaginavamo che l'Ebola si sarebbe diffuso anche nelle città“. La “X”, ha aggiunto, “significa proprio 'inaspettato'”. Di fronte a una minaccia ignota l'Oms ha il dovere di “muoversi rapidamente” e questo comporta la creazione di “piattaforme tecnologiche”. In sostanza gli scienziati elaborano formule personalizzabili per la creazione di vaccini. Così facendo sono in grado di inserire la sequenza genetica esatta del virus, individuata nel momento in cui si manifestano i primi virus, all'interno della formula neutra, ottenendo la profilassi. Per realizzare queste piattaforme, ha proseguito Fauci, gli studiosi “devono analizzare intere classi di virus, come i flavivirus”, ceppo responsabile, fra gli altri, di Zika, febbre gialla, encefalite giapponese e virus del Nilo occidentale. “Individuando quelli che sono i punti comuni – ha concluso – è più facile trovare una cura”. Passo necessario per salvare milioni di vite.