Emicrania: svolta dietro l'angolo?

E' uno dei mali più comuni e, per chi ne soffre, può diventare invalidante, sia pur nel breve periodo. Il mal di testa colpisce circa 136 milioni di europei, di cui circa il 2% in forma cronica e con un peso di circa 27 miliardi di euro annui, tra visite, farmaci e giornate di lavoro perse.

Il congresso

Ma per questo problema è in corso una “rivoluzione terapeutica“, basata sulla prevenzione degli attacchi grazie ad anticorpi monoclonali studiati ad hoc. A fare il punto sulle novità in arrivo, il 13/mo congresso della European Headache Federation, svoltosi ad Atene.

Il disturbo

L'emicrania colpisce il 15% degli europei ed è un disturbo neurologico caratterizzato da intenso dolore, spesso pulsante e associato a vomito, fastidio per la luce: sintomi che sono la causa del 25% delle giornate di lavoro e scolastiche perse. Imprevedibile nel suo manifestarsi, costringe a modificare i piani della giornata, disdire appuntamenti, diminuisce le prestazioni e la capacità di svolgere vita sociale.

Invalidante

Inoltre, aumenta la possibilità di soffrire di depressione, ansia, problemi di sonno e obesità. Gli attacchi possono durare dalle 4 alle 72 ore e in alcuni casi essere molto frequenti, tanto che tra l'1-4% dei pazienti ha attacchi giornalieri o quasi e circa il 5% una volta a settimana.

Rivoluzione terapeutica

In questo momento però, spiega Messoud Ashina, professore di neurologia presso l'Università di Copenhagen, in Danimarca, “è in corso una sorta di rivoluzione nelle terapie“. Per molti anni si sono curati solo i sintomi con gli antidolorifici. “Quindi – prosegue Ashina – è iniziato l'utilizzo, per evitare la comparsa degli attacchi, di una serie di farmaci come antidepressivi, antiepilettici e betabloccanti. Ma non sono stati specificatamente sviluppati per l'emicrania e provocano diversi effetti collaterali. Di recente, invece, sono stati autorizzati in Europa anticorpi monoclonali anti-Crgp, che si basano sulla profilassi, ma sono stati studiati ad hoc per l'emicrania.  L'ultimo di questi è il fremanezumab, che ha dimostrato la sua efficacia in un nuovo studio di fase 3, i cui risultati sono stati presentati oggi”.