Viceministro della Salute:”Ogni giorno scompare un piccolo comune per il Covid”

Dopo essersi ammalato di coronavirus ed essere guarito, il numero due della Sanità fa il punto sulla pandemia: dallo strappo della Lombardia all'abbasssamento dell'età media dei contagi. E spiega la fase due

“I numeri per me andrebbero presi non giorno per giorno ma valutando il trend. Abbiamo ora una pressione molto minore sulle terapie intensive e sugli ospedali. Il trend è sicuramente in calo, dobbiamo aspettarci però anche un calo delle morti che purtroppo sono ancora tante, un piccolo paese di 600 persone che scompare ogni giorno dall’Italia“, afferna a Radio24 Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute  “Si chiama fase 2 per semplicità ma io la chiamerei fase di convivenza con il virus perché il virus non è battuto, per batterlo dovremmo stare tutti a casa e questo non è possibile”, precisa:“Si tratterà di utilizzare dei meccanismi fisici come distanza sociale, mascherina, procedure di disinfezione e quant’altro e piano piano tornare a una progressiva normalità che tuttavia sarà una normalità “distante”, non sarà come prima del virus, in attesa di avere questo vaccino per il quale, al di là degli annunci che vengono fatti, serviranno ancora molti mesi“.

60 milioni potenziali pazienti

Aggiunge Sileri: “Personalmente non diffonderei più il bollettino dei casi tutti i giorni, non è più utile come all’inizio. Lo farei diversamente, mi limiterei ai trend ma il mio è un approccio da medico: abbiamo 60 milioni di potenziali pazienti, con il virus dovremmo convivere per qualche tempo. La comunicazione andrebbe cambiata, c’è stata una frammentazione ed è necessario un dialogo maggiore di tutti”. Per quanto riguarda la ripartenza e la fuga in avantiì della Lombardia, osserva Sileri, “in verità non ho capito la mossa della Lombardia, ma è quello a cui stiamo già lavorando a livello nazionale. Ho letto delle 4D ma questa ripartenza è quella auspicata da tutti e che il governo sta programmando per tutto il Paese  da Trento a Palermo”.

Lo strappo lombardo

Nessun commissariamento della sanità lombarda, assicura il viceministro della Salute: “I commissariamenti hanno fallito, livellano tutto ma non aiutano. Ci vuole un intervento che deve essere chirurgico per le situazioni da recuperare. Aspetterei il flusso dei dati, ma parlando con i miei colleghi medici sparsi sul territorio, chi più chi meno dice che i nuovi contagiati che si osservano oggi sono soggetti più giovani, fra i 35 e i 55 anni. Una forchetta molto più ampia ma verso soggetti più giovani, verosimilmente persone che erano a casa con qualcuno infetto e non sapeva di essere stato infettato, o i famosi asintomatici. Non credo, invece, che siano prevalentemente lavoratori o persone che non rispettano le regole perché i dati ci dicono che il 95% degli italiani rispetta le regole”. Infine le residenza per gli anziani: “I problemi di Rsa ci sono sempre stati. Ci sono Rsa che lavorano molto bene e altre che purtroppo, indipendentemente dal Covid, non hanno lavorato bene. Il budget di salute consentirebbe di utilizzare un budget a livello locale, una distribuzione qualitativa e quantitativa delle risorse che vedano la persona al centro attraverso un progetto individuale stabilito con la Asl”.