Vertice Ue, Conte punta sulla Merkel

Il secondo giorno di #EUCO inizia con l'incontro tra Merkel, Macron, Conte, Sanchez, Rutte, Von del Leyen, Michel

Molto dipende dal vertice ristretto a sette, che precede la seconda giornata di lavori del Consiglio europeo. Al tavolo siedono la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, Il premier italiano Giuseppe Conte, il premier spagnolo Pedro Sanchez e il primo ministro olandese Mark Rutte. Con loro il presidente del Consiglio Ue Charles Michel e la presidente della commissione Ursula Von Der Leyen. Il vertice ristretto serve a cercare di avvicinare le posizioni in vista della ripresa del negoziato.

Merkel, ruolo decisivo

Al primo giorno di negoziati europei sul pacchetto anticrisi, la fumata è “nera”. Le cronache di ieri registrano un nulla di fatto. Il premier, Giuseppe Conte, torna in albergo a Bruxelles passata la mezzanotte, riferisce LaPresse. Ammette che le frizioni tra i Paesi non sono state superate, ma promette di non arrendersi. C’è ancora un giorno di tempo: “Abbiamo da lavorare, le divergenze ci sono”. D’altronde, ricorda ai cronisti che lo attendono dopo 14 ore di trattativa, in ballo c’è il quadro finanziario pluriennale per i prossimi sette anni e uno strumento innovativo come Next Generation, che contiene il Recovery Fund. Gli aspetti tecnici da approfodire sono tanti, le divergenze pure.

Il muro dell’Olanda

L’ostacolo più alto è quello posto da Amsterdam, il “muro dell’Olanda” è stato definito. Anche su questo, il premier Conte non vuole apparire pessimista: “Nulla è incrollabile“, afferma. “Vedremo”. Nella trattativa, la Germania ha avuto un “grande ruolo”, assicura il capo dell’esecutivo. O meglio, ad avere un grande ruolo è la leadership di Angela Merkel, che per il premier ha orientato Berlino, che all’inizio non era convinta dello strumento del Recovery Fund. Però, evidenzia LaPresse, la Germania, con la Francia, è stata la prima a proporre ufficialmente i 500 miliardi di sussidi (a cui si aggiungerebbero i 250 miliardi in prestiti). Il clima generale a Bruxelles è guidato dalla consapevolezza che bisogna “assolutamente raggiungere un risultato: oggi è fumata nera, ma c’è ancora da lavorare”. Afferma Conte: “La Germania ha avuto un grande ruolo, la leadership della Merkel ha avuto un grande ruolo per orientare il suo Paese verso questa soluzione, ma abbiamo dei dettagli su cui metterci d’accordo”.frontiere

Controproposta

Imperativo, quindi, superare le divergenze. Per questo l’Italia ha presentato una controproposta a quella del Consiglio, che “nonostante la generosità dell’impegno e dello sforzo”, per Roma non si può praticare. L’Italia, giura, è ambiziosa. Conte si fa scudo sostenendo di difendere le prerogative della Commissione. Qualche dettaglio si può rivedere, ma non vuol scendere a compromessi né sull’ammontare del Recovery Fund né sul bilanciamento tra sussidi e prestiti: “Non accetteremo soluzioni che alterino l’equilibrio tra istituzioni europee”, assicura. Ciò che serve, ora, è adeguatezza, proporzionalità, effettività: “Se manca uno di questi aspetti, significa che lo strumento non è assolutamente né ben strutturato né strutturale”