Vercelli: incidente in azienda, muore un operaio 32enne

Si allunga la catena di morti sul lavoro: da gennaio già 53 decessi

Il luogo dell'incidente

Si allunga il numero delle morti bianche in Italia. L’ultimo caso questa mattina, 3 marzo,  poco dopo le otto, in un incidente sul lavoro accaduto a Vercelli all’interno della General Packaging, una azienda che si occupa di imballaggi. La vittima – un operaio di 32 anni – si chiamava Stefano Manzino, residente a Robbio Lomellina (in provincia di Pavia) era un autotrasportatore della Bruzzi e Ivaldi con sede a Robbio. La dinamica dell’incidente è ancora in fase di ricostruzione, ma dalle prime ipotesi sembra che l’uomo fosse nella ditta vercellese per una consegna e che sia stato travolto da un muletto manovrato da un altro operaio. I soccorsi sono stati immediati, ma per il giovane non c’era già più nulla da fare: i sanitari hanno potuto solo constatarne il decesso. Sul luogo della tragedia, insieme con i carabinieri e i soccorritori del 118, sono arrivati anche gli ispettori dello Spresal, il servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro.

I precedenti

L’infortunio allunga la catena di morti sul lavoro in Piemonte dall’inizio dell’anno. L’ultimo caso solo la scorsa settimana nel Cuneese, quando un carpentiere è morto dopo essere stato colpito alla testa da un tubo mentre lavorava in un cantiere a Limone. Anche nel resto della Penisola le morti bianche sono troppo frequenti. Sabato mattina alla Zincol di Bellusco un operaio 44enne di origini senegalesi è morto precipitando da un carroponte a 15 metri d’altezza mentre era intento a pulire un forno dell’azienda. L’operaio della Zincol è il primo morto in Brianza del 2020. In Italia, da gennaio, ci sono stati già 53 decessi nei luoghi di lavoro, secondo gli ultimi dati Inail. “Dati inaccettabili” commenta su IlGiorno.it il segretario della Fiom-Cgil, Pietro Occhiuto. Che evidenzia: “Mentre diminuiscono le denunce di infortunio, – 3% in un mese – aumentano le croci: nello stesso periodo del 2019 i caduti erano stati 44, adesso sono il 18,2% in più”. “Se fosse anche uno solo sarebbe sempre troppo – conclude Occhiuto -. L’ho detto e lo ripeto: siamo di fronte a una strage e dobbiamo fare di tutto perché finisca. Servono risorse e investimenti. Non possiamo più permetterci questa conta disumana“.