Il Venezuela non autorizzerà il vaccino AstraZeneca

Il Venezuela ha cominciato in febbraio la campagna di vaccinazioni utilizzando forniture di vaccino russo Sputnik V e cinese Sinopharm

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Il presidente del Venezuela, Nicolàs Maduro

Il governo del Venezuela non autorizzerà l’utilizzazione del vaccino AstraZeneca per contrastare la pandemia da coronavirus, viste le complicazioni segnalate da persone che lo hanno utilizzato in vari Paesi d’Europa, Italia compresa. Ieri il professor Anthony Harnden, immunologo all’Università di Oxford, aveva escluso la possibilità che il vaccino AstraZeneca incrementasse le trombosi.

Il “No” del Venezuela

In dichiarazioni alla tv statale Vtv, la vicepresidente esecutiva venezuelana Delcy Rodríguez, che presiede anche lo speciale comitato costituito per il controllo e la prevenzione del Covid-19, ha confermato che la decisione è stata presa dal presidente Nicolás Maduro sulla base di un rapporto redatto dagli esperti che orientano il governo nelle scelte per il programma di immunizzazione dei venezuelani.

Il programma Covax dell’Oms

Il Venezuela ha cominciato in febbraio una campagna di vaccinazioni del personale sanitario e di persone maggiormente a rischio utilizzando forniture di vaccino russo Sputnik V e cinese Sinopharm.

Ad oggi, riporta la Johns Hopkins University, il Venezuela poco più di 146mila casi e 1444 morti ufficiali su una popolazione di 33 milioni di abitanti. Ma si teme che siano dati molto sottostimati.

Non avendo grandi disponibilità di valuta per la grave crisi economica che attraversa da anni e per le stringenti sanzioni unilaterali imposte dagli Stati Uniti, il Venezuela ha puntato tutto sulla possibilità di ricevere un mix di vaccini (fra cui vi erano anche 1,5 milioni di dosi di AstraZeneca), nell’ambito del meccanismo Covax (acronimo di COVID-19 Vaccines Global Access, un programma internazionale che ha come obiettivo l’accesso equo ai vaccini anti COVID-19) dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms).

Per pagare questa fornitura, il presidente Maduro ha cercato un accordo con l’opposizione venezuelana per sbloccare 300 milioni di dollari attraverso la vendita di parte delle 31 tonnellate di oro del Venezuela bloccate nella Banca d’Inghilterra. Ma per ora il governo britannico non ha risposto positivamente a questa richiesta.