La direttrice Regionale Unicef per l’America Latina e i Caraibi lancia l’allarme sulla forte presenza di minori tra i migranti: sono il 25% del totale. “Sia che viaggino con la famiglia o da soli, i minorenni migranti e rifugiati hanno diritto a un processo per individuare soluzioni sostenibili” a misura di minore, ha detto la direttrice Unicef.
“I bambini rappresentano ora un migrante su quattro in America Latina e nei Caraibi e, proprio come tutti i bambini, hanno il diritto di essere protetti e di stare con le loro famiglie”. Lo afferma in una nota Karin Hulshof, direttrice Regionale Unicef per l’America Latina e i Caraibi. “Le famiglie che si spostano nella regione non hanno avuto altra scelta che lasciare le loro case a causa degli alti livelli di disuguaglianza, povertà e violenza, esacerbati da disastri ed eventi climatici estremi. Durante il viaggio, attraversano terreni insidiosi e sono esposti a situazioni di pericolo di vita”, prosegue la nota. “Indipendentemente dal loro status migratorio e dal luogo in cui si trovano, i bambini hanno il diritto di stare con la loro famiglia o con chi si prende cura di loro, come stabilito dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia”.
L’Unicef poi ricorda ai governi “l’obbligo di garantire che le procedure alla frontiera e per l’accoglienza non comportino la separazione deliberata o involontaria delle famiglie. Questo non fa che aggiungere un ulteriore livello di stress e trauma alle loro vite”. “Sia che viaggino con la famiglia o da soli, i minorenni migranti e rifugiati hanno diritto a un processo di valutazione adeguata al loro superiore interesse, al fine di individuare soluzioni sostenibili, tra cui l’ulteriore integrazione e l’insediamento nel Paese di attuale residenza, il rimpatrio nel Paese di origine o il reinsediamento in un Paese terzo. Hanno anche il diritto di chiedere asilo e di non essere rimpatriati in luoghi dove la loro vita o il loro benessere sono a rischio”. Infine, l’Unicef chiede “a tutti i toverni dell’America Latina e dei Caraibi di adottare procedure di determinazione del superiore interesse per mantenere efficacemente unite le famiglie e riunire i bambini separati con chi si prende cura di loro. L’associazione rimane impegnato a collaborare con i Paesi della regione per proteggere i bambini e garantire che le loro politiche migratorie tengano conto del superiore interesse del bambino”.
Fonte: Ansa
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