L’appello di Unhcr alla Tunisia sulla protezione dei rifugiati

Il rappresentante dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati in Tunisia ha incontrato la ministra delle Donne di Tunisi

Il rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) in Tunisia, Hanen Hemdan ha incontrato la ministra delle Donne della Famiglia e degli anziani di Tunisi, Imen Zahouani Houimel.

Il tema al centro dell’incontro è stato quello dell’importanza di integrare i rifugiati nella società tunisina attraverso l’istituzione di un quadro giuridico per proteggerli e garantire il loro diritto a una vita dignitosa.

La riunione – si legge in un comunicato del dipartimento tunisino – è stata anche l’occasione per discutere le modalità per migliorare la cooperazione congiunta nel campo della protezione dei rifugiati, grazie al supporto dell’Unhcr agli sforzi del ministero delle Donne tunisino nella revisione della legge che disciplina il lavoro delle casalinghe.

Coronavirus Tunisia

Nell’incontro si è anche discusso della possibilità di condurre uno studio sugli effetti della pandemia di Covid-19 sulle categorie vulnerabili, in particolare donne, migranti, rifugiati e bambini, nonché condurre ricerche sul campo per rivelare i pericoli cui questo gruppo di persone è esposto.

La Tunisia ha, ad oggi, 35mila casi di positività al coronavirus e 478 morti accertati, secondo i dati della Johns Hopkins University. La Tunisia sta inoltre vivendo una congiuntura economica sfavorevole, con una disoccupazione al 18% e un crollo del Pil del 12%.

All’incontro tra Ministra e Unhcr è stata inoltre sollevata la questione dell’associazione dei comuni e del supporto del loro ruolo nel processo di presa in carico dell’assistenza sanitaria dei rifugiati, tema che sarà al centro della conferenza regionale, in programma a Tunisi il prossimo novembre.

Nuovo governo

Lo scorso 2 settembre, il Parlamento della Tunisia ha votato, con 134 voti a favore e 67 contrari, la fiducia al Governo del nuovo premier, Hichem Mechichi.

Pur proponendo un esecutivo di tecnici, Mechichi è riuscito a convincere le varie forze politiche a privilegiare il superiore interesse della nazione rispetto ai vari interessi partitici. Si tratta di una squadra di 25 ministri e tre segretari di Stato (tra cui otto donne).

Il premier ha illustrato in aula le cinque priorità dell’azione governativa: fermare l’emorragia delle finanze pubbliche; razionalizzare debito e spesa pubblica; ripristinare la fiducia degli investitori e sostenere gli investimenti; riformare il settore pubblico; proteggere le classi svantaggiate. Tra le quali donne e rifugiati.