Un futuro senza lucciole

Sempre meno lucciole nel mondo. Uno studio lancia un nuovo allarme sulla progressiva scomparsa delle lucciole, dovuta principalmente alla distruzione degli habitat cui questi insetti sono fortemente legati.

Profondo cambiamento

Pier Paolo Pasolini sintetizzò in un articolo, Il vuoto del potere”, apparso sul Corriere della Sera il 1 febbraio 1975, la sua amarezza per la trasformazione dell’Italia rurale a lui cara con la frase divenuta famosa della “scomparsa delle lucciole dalle campagne italiane” che non significava solo le lucciole come insetti, ma si trattava di “lucciole simboliche”, “lucciole sociologiche” del cambiamento profondo del tessuto sociale italiano dovuta all’affermarsi del consumismo.

Ecosistema a rischio 

Niente più lucciole a illuminare l'oscurità della notte, riferisce Quotidiano.net.  È questo lo scenario cui rischiamo di andare incontro secondo uno studio pubblicato su Bioscience, che ha analizzato alcuni dei fattori che stanno mettendo sempre più in bilico la sopravvivenza di questi insetti luminosi. In una delle più estese indagini mai effettuale sull'argomento, un team di ricercatori della Tufts University di Boston ha interpellato 350 membri del Fireflyers International Network, una rete internazionale di esperti e appassionati di lucciole. Il sondaggio ha fatto emergere che la maggiore minaccia per le oltre 2000 specie globali di lucciole (tecnicamente note con il nome di lampiridi) sia la perdita di habitat causata dalle attività umane.

Flash

Il problema, comune ad altre specie animali, è aggravato dal fatto che molti tipi di lucciole hanno un legame strettissimo con l'ecosistema da cui provengono, in quanto necessitano di condizioni molto particolari per completare il proprio ciclo vitale. A tale proposito, precisa Quotidano.net, gli scienziati portano l'esempio della lucciola della Malesia (Pteroptyx tener), famosa per i suoi flash sincronizzati, che è un insetto specialista delle mangrovie.