C’è un treno che corre velocissimo, e quel treno si chiama desiderio, quello che trasporto sogni e ambizioni della nostra Nazionale di calcio. Francamente non si poteva chiedere di più a quest’Italia, qualificata agli Ottavi già dopo due sole partite che hanno partorito due vittorie, entrambe per 3-0, contro Turchia e Svizzera. E adesso l’Italia aspetta il Galles per chiudere da prima il suo girone.
Sarebbe pure facile pensare che gli Azzurri possano scansarsi e cedere il primato ai gallesi per evitare ai quarti il Belgio e la Francia in semifinale. Ma non fa parte della cultura di questo gruppo, né tanto meno di uno come Roberto Mancini arrivato alla soglia di un record storico che regge da oltre 80 anni. E’ quello dei risultati utili consecutivi: appartiene a Vittorio Pozzo che dal novembre del 1935 al 20 luglio 1939, mise insieme la bellezza di trenta partite senza sconfitte, con 24 vittorie e sei pareggi. Il Mancio è arrivato a quota 29 e domenica ha la possibilità di agganciare la leggenda azzurra di Pozzo e superarla agli Ottavi. Perché vincere, aiuta a vincere. Ecco perché l’Italia non si farà da parte contro il Galles. Mancini e il suo gruppo devono continuare a vincere per marchiare con un timbro indelebile la loro missione a Euro 2020, perché chiunque arriverà dopo le due formazioni che andremo ad affrontare agli ottavi e ai quarti, dovrà vedersela con questo splendido gruppo, ovvero una delle nazionali più belle e spumeggianti della nostra storia. E poi, in una competizione del genere, si va per battere tutti, quindi anche i migliori. Se saranno Belgio e Francia ai quarti e in semifinale, ben vengano. L’Italia sarà ad aspettarli e saranno gli altri, stavolta, a doversi preoccupare di noi.
C’è poi un altro record targato Mancini che con la Svizzera ha firmato la decima vittoria di fila, mantenendo sempre la porta imbattuta. E’ un segnale fortissimo, al di là dell’avversario, della qualità e delle potenzialità degli azzurri.
La sua Nazionale è una bellezza per gli occhi. Gioca bene, un calcio come non lo si vedeva da anni. Non è mai stato un timoroso, ha sempre avuto coraggio, prima da calciatore poi, da allenatore. La differenza la fa la sua filosofia di gioco, la voglia e se vogliamo anche il coraggio, di fare sempre la partita. Riesce a coinvolgere tutti i suoi calciatori, nessuno che si sente ai margini del progetto. Perde Chiellini e inserisce Acerbi e il laziale fa una partita perfetta. La fase difensiva rasenta la perfezione. Di Chiellini e Bonucci inutile parlarne, sono due mostri sacri insostituibili che dall’alto di anagrafica ed esperienza, sono i riferimenti per tutto il gruppo. L’affidabilità di Donnarumma, si è vista nelle poche volte che è stato chiamato in causa. Di Lorenzo è difensore puro rispetto a Florenzi e la sua predisposizione tattica garantisce accorgimenti difensivi rispetto al difensore del Psg. Su Spinazzola le parole non bastano più. E’ un valore aggiunto, come lo è Berardi: entrambi saltano l’uomo con estrema facilità, creando quella superiorità numerica che nel calcio ha una valenza importantissima. Ma il vero crack, è Locatelli, che non solo non ha fatto rimpiangere Verratti, ma ha fatto anche meglio. Verratti è più statico, tiene più il pallone, l’esatto contrario di Locatelli che è velocissimo nel ribaltare l’azione da difensiva in offensiva. La dimostrazione, nel primo gol alla Svizzera. Recupero palla, lancio di trenta metri per Berardi che è stato bravo nel saltare l’uomo e metterla in mezzo, dove non c’era un attaccante, ma quel Locatelli che ha seguito la scia del pallone e si è fatto trovare all’appuntamento con il centro del compagno di squadra nel Sassuolo. Davanti l’Italia ha tante frecce. Berardi non è solo un esterno d’attacco, ma rientra, si interscambia con Barella, va a dare una mano dietro quando serve. Stessa cosa di Insigne che con quei piedi può fare ciò che vuole. Infine Immobile, che non solo sa fare gol, ma è sempre di supporto all’intera manovra. Punti deboli nell’Italia non ne trovo. Gioca da squadra, con un collettivo che gioca come tale, tutti a supporto dei compagni.
Adesso l’ultimo scoglio prima della fase ad eliminazione diretta. C’è il Galles che rispetto alle altre ha più qualità, da Ramsey a Bale che sono più “rognosi”. Detto questo, l’Italia deve fare l’Italia, senza calcoli. E’ vero, basta un punto, ma ne servono tre perché vincere aiuta a vincere. E non c’è miglior medicina dell’entusiasmo. Avanti così, fino alla meta. Nel segno del Mancio. E dei suoi splendidi gioielli. La sua maglia è azzurra, il suo nome Italia.
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