Terrorismo, Mullah Krekar è stato estradato in Italia

Il leader della cellula jihadista sunnita Ansar Al Islam con radici in Alto Adige è stato estradato in Italia. Ora in carcere a Rebbibia

È stato estradato in Italia dalla Norvegia Faraj Ahmad Najmuddin, conosciuto come mullah Krekar, leader dell’organizzazione terroristica sunnita Ansar Al Islam, che la Corte di Assise di Bolzano ha condannato a 12 anni di reclusione, riconoscendolo colpevole di aver costituito una propria organizzazione terroristica di matrice curdo-sunnita, denominata “Rawti Shax”. Ora è al carcere di Rebbibia.

Il personaggio

Nato in Iraq, di etnia curda, Najmuddin Faraj Ahmad, meglio noto come il Mullah Krekar, lo scorso luglio è stato condannato dalla Corte d’Assise di Bolzano, presieduta dal giudice Carlo Busato, a 12 anni di carcere perché riconosciuto come leader del gruppo jihadista Rawthi Shax. Secondo l’accusa infatti Krekar sarebbe il «capo spirituale» della cellula jihadista sgominata in Alto Adige nell’autunno 2015. Con lui erano stati condannati anche altri cinque imputati.

L’organizzazione

L’organizzazione era dotata di ramificazioni operative e organizzative transnazionali sotto forma di cellule presenti in Italia, in Norvegia, in Germania, in Inghilterra, in Svizzera, in Grecia, in Finlandia e in Iraq. Il mullah Krekar, residente dal giugno 1991 in Norvegia, dove aveva ottenuto un permesso come rifugiato, è stato dichiarato estradabile dalle autorità di Oslo, che hanno provveduto al suo trasporto in Italia con volo atterrato questa mattina a Fiumicino.

Le indagini

Il leader di “Rawti Shax” è stato portato al carcere di Rebibbia, a Roma, dove rimarrà in custodia in attesa di proseguire l’iter giudiziario alla Corte d’Assise di Bolzano. Nell’ambito dell’indagine JWEB condotta dal Ros dell’Arma dei Carabinieri, in collaborazione con le Autorità giudiziarie e di Polizia del Regno Unito, della Norvegia e della Germania, sotto il coordinamento giudiziario della Procura Distrettuale di Trento e del Desk italiano presso Eurojust e il raccordo investigativo di Europol, il 15 luglio 2019 la Corte d’Assise di Bolzano aveva condannato per “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale” sei cittadini di origine curdo-irachena, emettendo contestualmente una ordinanza di custodia cautelare nei loro confronti.