Il sottomarino Belgorod in azione, Nato in allerta

Il mezzo navale avrebbe il compito di testare il siluro Poseidon, in grado di provocare uno "tsunami nucleare"

Sottomarino Belgorod

Si muove il sottomarino nucleare russo K-329 Belgorod, avvistato nelle acque del Mar Glaciale Artico. Il mezzo, secondo un’informativa della Nato (citata da Repubblica), sarebbe preposto al test del missile-siluro Poseidon, in grado di portare testate nucleari fino a 10 mila chilometri di distanza. Quasi 200 metri di lunghezza e 15 di larghezza, si tratta di uno dei più potenti mezzi navali in dotazione alla Federazione russa, grazie sia alle sue capacità di movimento che alla velocità di crociera. Senza contare che la sua autonomia è pressoché illimitata, visto che, secondo gli esperti, potrebbe trascorrere quattro mesi in immersione senza mai riemergere. L’Alleanza atlantica ha fatto sapere di star monitorando ogni attività, al fine di conoscere in anticipo possibili lanci di siluri.

La possibile missione del Belgorod

Nei giorni scorsi, si era parlato di un possibile coinvolgimento del K-329 nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream. Un’ipotesi che, tuttavia, non ha ricevuto il supporto di prove. Più probabile, secondo la Nato, che il sottomarino sia stato inviato nei mari artici proprio per testare il Poseidon, per la precisione nella zona del Mare di Kara. Si tratta, nello specifico, di un siluro di 24 metri, in grado di trasportare, con buona probabilità, una testata nucleare non inferiore a due megaton. L’impiego di una simile arma, secondo gli esperti, sarebbe in grado di provocare un cosiddetto “tsunami radioattivo”. Al momento, comunque, la Nato non ha confermato i sospetti circa i movimenti del Belgorod, anche se la possibilità che si proceda a nuovi test come quello della bomba Zar all’inizio degli anni Sessanta, è di per sé sufficiente a rialzare i timori circa una nuova escalation nucleare.

Stoltenberg: “L’uso di armi nucleari comporterà conseguenze”

In un’intervista alla Nbc, il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ha fatto sapere che “qualsiasi uso di armi nucleari comporterà conseguenze serie per la Russia”. Inoltre, “qualsiasi attacco deliberato contro infrastrutture critiche della Nato riceverà una risposta ferma e compatta”. Il progetto di sviluppo Status-6 va comunque avanti da tempo, addirittura dal 2015 secondo alcuni pareri. I quali, però, ritengono improbabile che il Poseidon possa essere pronto per un test. Nel frattempo, sia Roma che Berlino hanno convocato gli ambasciatori russi. Alla Farnesina, il diplomatico Sergey Razov discuterà principalmente il tema Nord Stream ma anche della possibilità di un tentativo di dialogo.