Sono i missionari e la Chiesa locale l’unica speranza di pace in Sierra Leone

Violenza per le strade: la Chiesa invoca pace in una nazione polarizzata. Il ruolo della Chiesa in Sierra Leone, uno dei paesi più violenti del mondo

missionari

In Sierra Leone la Chiesa cattolica, sempre in prima linea per fermare la violenza, ha indirizzato alla popolazione vari appelli. Ha  richiamato tutti alla calma e alla prudenza attraverso due lettere pastorali a ridosso degli incidenti. Ha esortato tutti al dialogo e alla riconciliazione, una scelta obbligata se si considerano il recente passato e la fragile democrazia nel martoriato paese africano. La richiesta a ogni cittadino sierraleonese è continuare a cercare e vivere la pace e l’unità. Unica via, evidenzia Fides,  per assicurare al Paese sviluppo e prosperità.

Sierra Leone anno zero

La Chiesa continua a predicare pace e riconciliazione in una società fortemente divisa a livello regionale e politico. Attraverso le chiese e altre istituzioni, il mondo cattolico cerca di suscitare consapevolezza su un bisogno. Quello di  mantenere il Paese sulla via della pace e del rispetto dello stato di diritto”.  La nuova escalation di violenze nelle strade si verifica proprio in un momento in cui il Paese è alle prese con la pandemia di coronavirus. La Chiesa collabora con il governo e i suoi partner donatori internazionali nella lotta contro il Covid-19. Vescovi, sacerdoti e missionari incoraggiano tutti i cittadini al rispetto delle regole sanitarie e i protocolli. Ciò al fine di garantire salute a se stessi e gli altri. 

L’intervento della Chiesa

Il recente passato, fatto di guerra civile e atrocità, fa accendere un segnale di allarme ogni qual volta si risveglino focolai di violenza in Sierra Leone. Da qualche settimana, a Makeni, il capoluogo della provincia del Nord, si verificano scontri che hanno fatto vittime, feriti. La Chiesa ha voluto subito chiamare tutti alla calma e, per voce dell’amministratore apostolico di Makeni, il vescovo Natale Paganelli, ha espresso preoccupazione. Ha lanciato appelli alla riconciliazione prima che gli scontri degenerino in conflitti sociali.
Padre Paul Morana Sandi è segretario generale della Conferenza inter-territoriale dei vescovi di Gambia e Sierra Leone. Spiega all’agenzia missionaria vaticana gli eventi ultimi e l’intervento della Chiesa. “Il motivo alla base della rivolta era il trasferimento di un generatore di energia da Makeni a Lungi“, afferma.  Situazioni simili si sono verificate in altre zone del Paese come Lunsar e Tombo. In alcuni casi, il contatto tra forze di polizia e dimostranti ha condotto alla morte di varie persone, al ferimento di altre e alla perdita di proprietà.