Sofagate, Draghi: “Erdogan dittatore”. Turchia convoca ambasciatore italiano

Ankara ha convocato l'ambasciatore italiano in Turchia dopo che Draghi aveva apostrofato Erdogan "dittatore di cui però si ha bisogno"

Nuova puntata di quello che è stato ormai ribattezzato il “sofagate“, l’umiliazione subita dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in visita in Turchia, fatta sedere sul sofà invece che sulla sedia con la bandiera UE alle spalle (Vedere per credere il video di TgCom24!).

Draghi: “Erdogan dittatore di cui però si ha bisogno”

In serata parole dure erano arrivate dal premier Mario Draghi, che riferendosi al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan aveva detto: “Non condivido assolutamente Erdogan, credo che non sia stato un comportamento appropriato – ha detto ancora Draghi in conferenza stampa a Palazzo Chigi – Mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dovuto subire”.

“Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e di visioni della società; e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare il giusto equilibrio“.

Convocato l’ambasciatore italiano

Il termine “dittatore” non è andato giù all’establishment turco e – riferisce l’agenzia nazionale Anadolu – oggi Ankara ha convocato l’ambasciatore italiano in turchia, Massimo Gaiani, e il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu. “Condanniamo con forza le affermazioni senza controllo del primo ministro italiano nominato Mario Draghi sul nostro presidente eletto”.

L’ambasciatore italiano in Turchia, Massimo Gaiani

Erdogan: “Abbiamo seguito il protocollo”

La Turchia aveva replicato alle accuse di “machismo protocollare”, rimandando tutto al mittente: “Accuse ingiuste. Durante l’incontro è stato rispettato il protocollo“. Gli staff di Turchia e Ue “si sono incontrati prima della visita e le loro richieste sono state soddisfatte”, è stata la versione di Cavusoglu.

Ma secondo Bruxelles, allo staff del cerimoniale era stato negato il sopralluogo definitivo. Ed è poi emerso che al pranzo ufficiale della visita si è rischiato un altro incidente: il tavolo era apparecchiato per 5 persone su ciascun lato, con due poltrone d’onore di fronte, una per Michel e l’altra per Erdogan, mentre a Von der Leyen era stata riservata una sedia più piccola, alla destra di Michel.

Le scuse di Michel: “Rammarico per l’immagine di disprezzo”

“Sono dispiaciuto profondamente, sono cosciente che quelle sono immagini brutali e scioccanti”. Così si è scusato il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, intervistato da un’emittente belga sul “sofagate”.

“Inoltre, nessuno della delegazione europea “aveva avuto accesso alla sala il giorno prima” per vedere direttamente questa composizione. Al di là della questione del protocollo – ha concluso – mi rammarico per l’immagine data di un disprezzo verso la presidente della Commissione e delle donne in generale“.