Scuola: al via oggi il concorso per 32 mila insegnanti, l’ira dei sindacati

Ha preso il via oggi il concorso straordinario per la scuola secondaria di I e II grado per gli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio

Ha preso il via oggi alle 8.00 il concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado, riservato agli insegnanti che hanno già almeno 36 mesi di servizio. I posti sono 32.000, gli iscritti 64.563. Oggi sono attesi i primi 1.645 candidati.

Non tutti i partecipanti infatti svolgono la prova oggi. I candidati sono suddivisi per classi di concorso e su più giornate, in osservanza delle norme antiCovid. Le prove andranno avanti fino al prossimo 16 novembre.

La protesta dei sindacati

Protestano i sindacati, che giudicano una follia lo svolgimento del concorso nonostante la pandemia. “Non siamo contrari al concorso straordinario, ma siamo contrari a farlo nel mezzo dell’emergenza Covid e con queste modalità, che sono ingiuste per molti docenti (quelli in quarantena ad esempio non potranno partecipare) e che, soprattutto, anziché risolvere stanno aggravando la situazione delle cattedre vuote nelle scuole”,hannos detto ieri i sindacati toscani della scuola Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals-Confsal, Gilda-Unams.

“In Toscana, – spiegano in una conferenza stampa a Firenze convocata per raccontare la situazione dei precari e della scuola nella regione – dall’infanzia alle superiori, sono ancora 4.832 le cattedre scoperte, perché delle 6.462 stabilizzazioni autorizzate si è riusciti a coprirne solo 1.630. E di queste, aggiungendo gravità alla gravità, solo 32 per il sostegno. Una situazione pesante, causata da problemi ormai cronici, dai ritardi del ministero e dalla scelta completamente illogica di varare proprio quest’anno nuove procedure per le supplenze; una situazione, soprattutto, a cui il concorso straordinario non porrà assolutamente rimedio. Anzi, il rischio è che – stante la situazione attuale – gli esiti di questo concorso non siano applicabili neppure nel prossimo anno scolastico, quando la situazione diverrebbe così ancora più grave”.

“C’era una soluzione alternativa – hanno spiegato i rappresentanti sindacali – bastava far entrare in servizio per un anno i docenti che possono partecipare a questo concorso (quindi con almeno 36 mesi di insegnamento): un anno di prova in cui alla docenza avrebbero affiancato la formazione, con un esame finale, che salvaguardasse il merito e garantisse la qualità degli insegnanti. Lo abbiamo proposto, ma il ministro non ha voluto ascoltarci”.

“Così è successo che in tanti hanno rifiutato anche le supplenze in questo inizio di anno, per il timore di finire in quarantena e non poter partecipare al concorso o semplicemente per poter studiare per quella che è stata prospettata loro come l’unica possibilità di stabilizzazione. Ed è questo uno dei motivi delle tante cattedre scoperte e dei tanti orari provvisori a oltre un mese dall’inizio della scuola. Chi ci accusa di non volere il concorso perché siamo contrari al merito, mente o non sa di cosa sta parlando. Il concorso lo abbiamo chiesto noi per anni, ma non andava fatto ora, in piena pandemia, e non così”. concludono.