Il rispetto delle libertà religiosa come criterio per erogare fondi, passa la risoluzione di FdI

Il rispetto della libertà religiosa e delle minoranze cristiane sarà tra i criteri che il ministero degli Esteri dovrà tenere in considerazione per erogare gli aiuti e i fondi della cooperazione internazionale. E’ stata infatti approvata in commissione Esteri alla Camera la risoluzione presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro Delle Vedove.

Il commento di Giorgia Meloni

“La persecuzione dei cristiani è il più grande genocidio in atto nel mondo, sono milioni i fedeli che ogni giorno rischiano la vita in ragione della propria fede e in alcuni Stati si tratta di una vera emergenza. Grazie a Fratelli d’Italia la nostra Nazione potrà essere all’avanguardia in Europa nella difesa della libertà religiosa. Un risultato di cui siamo fieri e orgogliosi”. 

Che cosa cambierà

Andrea Delmastro Delle Vedove spiega quali siano i punti fondamentali della risoluzione: “la condanna del reato di blasfemia in Pakistan, autentica spada di Damocle sulla testa dei cristiani come visto nel caso di Asia Bibi, e la subordinazione dei fondi erogati dall’Italia per la cooperazione allo sviluppo a precise garanzie sulla condizione delle minoranze cristiane.” 

“Da oggi – continua Delmastro – tra i criteri da valutare per la concessione dei fondi italiani per la cooperazione allo sviluppo vi rientrerà anche il rispetto del diritto a professare liberamente la propria fede e se lo Stato non rispetta le minoranze religiose saranno assegnati direttamente a quegli enti che le tutelano. Per Fratelli d’Italia, essere liberi di professare la propria religione è il primo e fondamentale diritto di libertà, dal quale derivano le altre. Abbiamo il dovere morale di intervenire per quanto di nostra competenza, a difesa dell’incolumità dei cristiani nel mondo e del diritto a non emigrare per vivere e prosperare nelle terre dei loro padri”.

La situazione dei cristiani nel mondo

Nella risoluzione di DelMastro Delle Vedove si possono leggere i dati del Rapporto sulla libertà religiosa di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” dove c’è scritto che “nel mondo, un cristiano ogni 7 vive in una condizione di persecuzione, oltre 300 milioni di persone discriminate per il loro specifico credo. 

Da questo rapporto – si legge ancora nella risoluzione – “emerge una situazione fortemente cupa per i cristiani, la comunità di fedeli maggiormente perseguitata al mondo”. Ed ancora altri dati allarmanti citati da Delmastro Delle Vedove: la libertà religiosa è violata in quasi un terzo dei Paesi del mondo (31,6 per cento), dove vivono circa due terzi della popolazione mondiale.

62 Paesi su un totale di 196 registrano violazioni molto gravi della libertà religiosa. Il numero di persone che vivono in questi Paesi sfiora i 5,2 miliardi, il 67 per cento della popolazione mondiale, poiché tra i peggiori trasgressori vi sono alcune delle nazioni più popolose del mondo (Cina, India, Pakistan, Bangladesh e Nigeria); sono 62 gli Stati in cui si registrano gravi o estreme violazioni della libertà religiosa: 26 sono classificati come “persecuzione”. Questa classificazione include 12 Stati africani e 2 Paesi in cui sono in corso indagini per un possibile genocidio: Cina e Myanmar (Birmania); 36 sono luoghi di “discriminazione”. 

La risoluzione indica nel Pakistan, uno dei Paesi in cui la libertà religiosa è meno tutelata. Il Pakistan si colloca al 5° posto nel ranking della «World Watch List 2020», l’annuale rapporto della Ong Porte Aperte sulla libertà religiosa dei cristiani nel mondo, che fotografa la classifica dei primi 50 Paesi dove più si perseguitano i cristiani.