Tensioni in pre-consiglio sul decreto per la governance del Recovery Plan

Non ha portato alla fumata bianca la lunga riunione del pre-consiglio sul decreto ad hoc per la governance del Recovery Plan, terminata a notte fonda. Una riunione, con toni accesi e a tratti molto tesa, che non ha portato a una intesa, in particolare con Italia Viva, sulle norme per la gestione degli oltre 200 miliardi di fondi europei per la ricostruzione post-Covid, tanto che al momento non è ancora stato convocato il Consiglio dei ministri, ipotizzato per oggi alle 13 o nel pomeriggio alle 16.

Riunione di preconsiglio

Trattative ancora aperte, quindi, per cercare di arrivare a una quadra ed evitare strappi sul piano da presentare nel più breve tempo possibile a Bruxelles e al Parlamento. I tecnici hanno a lungo analizzato i due articoli e i 32 commi della bozza del provvedimento, soffermandosi per più di due ore sui poteri sostitutivi da affidare alla squadra di 6 capi-missione chiamati a coordinare l’attuazione del Piano, con la supervisione e il controllo della cabina di regia politica formata dal terzetto Conte-Gualtieri-Patuanelli.

Secondo quanto riporta Ansa, l’architettura di massima della governance manterrebbe, almeno per ora, il suo impianto “a piramide”, compreso il coinvolgimento delle parti sociali in un ‘Comitato sociale’ consultivo. La riunione del preconsiglio, iniziata attorno alle venti e finita dopo le due di notte, non ha però portato a una intesa.

Attesa per il Cdm

C’è intanto attesa per il Consiglio dei Ministri – rinviato ad oggi in videoconferenza dopo la positività al covid della ministra Lamorgese – in cui si cercherà di trovare una soluzione condivisa sul Recovery Plan e in particolar modo sul nodo della task force per la gestione dei progetti del Piano di Ripresa e Resilienza italiano da 209 miliardi.

Si vaglia l’ipotesi di un decreto che possa sostituire il possibile emendamento alla manovra, a cui i tecnici di Iv si sono fortemente opposti, facendo tramontare così l’ipotesi di inserire la cabina di regia in legge di bilancio.

L’ipotesi più plausibile, scrive Sky Tg24, è che il premier attenda (prima di qualsiasi decisione) di incassare il sì dell’Aula mercoledì per poi procedere ad un terzo Cdm sul decreto sulla task force del Recovery.