Paolo Ramonda confermato alla guida della Comunità Papa Giovanni XXIII

Paolo Ramonda

Paolo Ramonda è stato confermato come responsabile generale della Comunità Papa Gioanni XXIII. In carica dal 2008, è lui che ha raccolto l’eredità del fondatore dell’associazione fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi.

Ramonda è stato eletto con i due terzi dei votanti alla prima votazione dall’Assemblea Generale della Comunità, convocata a Rimini, sabato 25 Luglio. A causa dell’emergenza Covid-19, hanno potuto partecipare esclusivamente i delegati italiani, mentre quelli delle 43 missioni estere hanno potuto votare in modalità on line.

Chi è Paolo Ramonda

Classe 1960, nasce a Fossano, in provincia di Cuneo. L’amore per la famiglia e per il Signore gli è stato trasmesso dai suoi genitori: il papà operaio e la mamma casalinga. All’età di 18 anni incontra l’Apg23 come obiettore di coscienza perché “servire la patria attraverso il servizio civile mi sembrava più in linea con il Vangelo”.

A 20 anni ha già scelto la sua dimensione: papà di casa famiglia. Contemporaneamente continua gli studi, si laurea in pedagogia e consegue un magistero in scienze religiose.
Da 28 anni è felicemente sposato con Tiziana e vive con 9 figli, naturali e accolti, nella casa famiglia di Sant’Albano Stura.

Il 13 gennaio 2008 l’assemblea dei votanti – costituita dai 156 delegati e dai responsabili delle 46 “zone” in cui l’associazione era articolata in Italia e nei vari Paesi del mondo – lo elegge Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, primo successore di don Oreste Benzi.

Don Oreste Benzi

La Comunità Papa Giovanni XXIII, associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio, è stata fondata nel 1968 da don Oreste Benzi, oggi Servo di Dio. Sesto di nove figli, nasce in un paesino a 20 chilometri da Rimini il 7 settembre 1925. Matura la scelta di diventare sacerdote in tenera età, quando la sua maestra in classe fece conoscere agli alunni tre figure, tra cui quella di un parroco.

E’ sua la grande intuizione delle case-famiglia, nata per dare risposta a quelle persone sole ed emarginate che ha incontrato nel corso della sua vita sacerdotale. La prima casa-famiglia dell’Associazione apre i battenti a Coriano (Rn) il 3 luglio 1973. Da sempre impegnato nella lotta contro le ingiustizie ripeteva spesso che “non si può dare per carità ciò che spetta per giustizia”.

Don Oreste muore il 2 novembre 2007 nella sua casa di Rimini all’età di 82 anni. Un “infaticabile apostolo della carità a favore degli ultimi e degli indifesi, capace di farsi carico di tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo contemporaneo”. Così papa Benedetto XVI ricorda la figura di don Oreste Benzi nel telegramma di cordoglio, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, inviato al vescovo di Rimini Francesco Lambiasi.

Il 27 ottobre 2012 il Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII Giovanni Paolo Ramonda ha chiesto ufficialmente al vescovo di Rimini Francesco Lambiasi di avviare la sua causa di beatificazione. L’11 febbraio 2014 la Congregazione per le cause dei santi, a firma del cardinale Amato, ha dato l’approvazione per l’inizio ufficiale della causa. Il 20 dicembre, Papa Francesco, ricevendo i membri dell’Apg23 in udienza, dedicò queste parole alla figura di don Benzi: “Dalla missione di coinvolgere gli adolescenti e interessarli alla persona di Gesù, nacque nel servo di Dio Don Oreste Benzi l’idea di organizzare per loro un ‘incontro simpatico con Cristo’, vale a dire un incontro vitale e radicale con Lui come eroe e amico, mediante testimonianze di vita vissuta, che mostrassero in pienezza il messaggio cristiano, ma in modo gioioso e persino scherzoso”.

La Comunità Papa Giovanni XXIII

L’Apg23 è concretamente impegnata per contrastare l’emarginazione e la povertà. Seguendo l’esempio del suo fondatore, i membri dell’associazione condividono la loro vita con quella dei poveri e degli oppressi, vivendo con loro 24 ore su 24, per essere famiglia con chi non ce l’ha.

Oggi la Comunità siede a tavola, ogni giorno, con oltre 41 mila persone nel mondo, grazie a più di 500 realtà di condivisione tra case famiglia, mense per i poveri, centri di accoglienza, comunità terapeutiche, Capanne di Betlemme per i senzatetto, famiglie aperte e case di preghiera. La Comunità opera anche attraverso progetti di emergenza umanitaria e di cooperazione allo sviluppo, ed è presente nelle zone di conflitto con un proprio corpo nonviolento di pace, “Operazione Colomba”. Dal 2006 APG23 siede alle Nazioni Unite con lo Status di Consultative Special nell’Ecosoc (Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite).