Quando informare è un servizio alla verità. Un esempio in tempo di pandemia

Antonio Massacci (presidente della onlus Anffas, l’associazione delle famiglie di disabili intellettivi) racconta a Interris.it l'attività di volontariato svolta con il giornalista Gianni Rossetti, direttore dell'Ifg di Urbino, scomparso improvvisamente nei giorni scorsi

Antonio Massacci vive a Jesi, in provincia di Ancona, presiede l’onlus Anffas, l’associazione delle famiglie di disabili intellettivi. Suo figlio Giorgio, 37 anni, soffre di un’epilessia farmacoresistente che gli impedisce di memorizzare ciò che apprende. Per Interris.it ricorda Gianni Rossetti, storica firma della Tgr-Rai e del Resto del Carlino scomparso improvvisamente nei giorni scorsi.

La testimonianza

Scrive Antonio Massacci: “In tempo di Covid così ci ha lasciato, Gianni Rossetti, morendo di non Covid-19. Discretamente, come discretamente è entrato, per anni, nelle case marchigiane, con talento e misura, umano e professionale. In una parola: geniale. Si, in tempo di Covid-19 si può morire di non Covid. Forse di più che sempre. Di più che in tempi normali ed è plausibile. La paura, diffusa a piene mani, ha fatto si che molte persone non abbiano continuato terapie già avviate. Non abbiano dato seguito a controlli, cure, visite o interventi già programmati. La paura e la mancanza di spazi, di personale infermieristico, medico, tecnico. A quando l’apice di queste morti? A quando il picco delle conseguenze? Di dette conseguenze, quale ne sarà l’entità? Come lo avrebbe dette Gianni Rosetti queste cose? Come le avrebbe date lui queste informazioni?  Nelle volte che ci siamo incontrati, che abbiamo dato vita a delle collaborazioni da volontari, e io gli ho chiesto aiuto, per le associazioni Anffas Jesi e Anteas Jesi, associazioni in cui opereravo ed opero,Gianni ha sempre concesso la sua diponibilità. Mi colpiva ogni volta, l’inizio, quasi severo con cui indagava, scavava, mi scrutava fino a farmi soggezione. Annotato tutto, si poteva operare e tutto di quanto abbiamo fatto, che mi abbia visto come protagonista o come semplice spettatore è finito con un successo, perchè lui aveva saputo cercare, aveva saputo capire, aveva saputo condurre o mediare. Con semplicità disarmante, con efficacia, con grande umanità.

La creatività del bene

Gianni Rosseti ha sempre avuto il desiderio di “informare”, di “formare”, attività nelle quali ha raggiunto traguardi altissimi, all’università e persino nelle carceri e alla massa indistinta delle persone, la gente. Per ciò ha inventato, creato gestito, diretto. Perchè noi sapessimo, perchè tutti potessero avere opportunità, nella comunicazione, nello sport, nell’imprenditoria; nel fare e nel capire. Di lui ricorderò sempre, una volta che aveva acquisite le giuste e necessarie conoscenze, la sua stupefacente calma e padronanza della situazione, della scena. Erano rassicuranti, il suo volto disteso e la sua voce calma, mai alterata. Sono convinto che se ora, fosse chiamato ad informare, lo farebbe senza diffondere paura ma solo conoscenza. A Dio Gianni”.