Aggiornamento Piano vaccini: 6 nuove categorie nella seconda fase

Vaccino AstraZeneca efficace al 10% contro la variante sudafricana, mentre la variante inglese a Parigi è il 38% dei positivi

Sono 6 le categorie che verranno vaccinate prioritariamente nella seconda fase della campagna vaccinale anti-Covid. La prima sarà quella dei soggetti “estremamente vulnerabili” per particolari patologie, indipendentemente dall’età e dal lavoro svolto. Lo prevede l’aggiornamento del piano nazionale vaccinazioni per SarsCov2.

Seguono: le persone tra 75 e 79 anni; tra 70 e 74 anni; persone con particolare rischio clinico dai 16 ai 69 anni; persone tra 55 e 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico; persone tra 18 e 54 anni senza aumentato rischio clinico. Alle prime 5 categorie andranno i vaccini a mRna, alla sesta quello AstraZeneca.

Il piano precedentemente prevedeva solo 3 categorie: persone con comorbosità grave o immunodeficienza; personale scolastico ad alta priorità; over 60.

Vaccino AstraZeneca efficace al 10% contro la variante sudafricana

E proprio in merito al vaccino Oxford/AstraZeneca, uno studio ha scoperto che offre un’efficacia di appena il 10% contro la variante sudafricana del Covid-19. Il dato è il frutto di uno studio dall’Università di Oxford insieme ai ricercatori dell’università sudafricana Wirs University.

Secondo i ricercatori – che hanno condotto lo studio su piccola scala: un gruppo di 2.000 pazienti, per lo più giovani e in buona salute – il vaccino mostra un’efficacia molto contenuta contro infezioni da lieve a moderata.

Gli scienziati confidano tuttavia che – in teoria – il vaccino dell’azienda anglo-svedese possa ancora offrire comunque una protezione significativa contro i casi più gravi. “Sono notizie molto deludenti“, ha commentato Shabir Madhi, docente dell’Università di Witwatersrand.

Studio: “Variante inglese a Parigi sfiora quota 38%”

La variante inglese – già presente in Italia in particolare in Umbria – rappresenta il 37,7% dei casi positivi di coronavirus nell’Ile-de-France, la regione di Parigi.

Lo riporta la direttrice del laboratorio Bigroup di Neuilly-sur-Seine, Caroline Gutsmuth, citando uno studio realizzato su 7.000 test. Un dato al momento assolutamente non ufficiale. Secondo l’ultimo dato fornito dalle autorità francesi, la quota delle varianti è al 14% del totale dei casi riscontrati in Francia. “Purtroppo – dice Caroline Gutsmuth – 37%, è l’evoluzione prevista da diverse persone. A inizio marzo, penso che sarà il ceppo maggioritario in Francia. Va velocissimo“.