Pd-5Stelle, il fronte interno del vertice di Bruxelles

Asse tra dem e pentastellati per sostenere Giuseppe Conte nella trattativa a Bruxelles. Il nodo Italia viva

“Nei vertici in corso a Bruxelles in questi giorni il presidente Giuseppe Conte sta portando avanti una nuova idea di Europa in cui unità e solidarietà sono le travi portanti“, afferma il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. “Il sistema di sostegni per uscire dalla crisi economica del dopo coronavirus non riguarda solo l’Italia, ma l’Europa nel suo complesso- sottolinea D’Incà-. Se l’economia di un Paese soffre, di riflesso soffriranno le economie di tutti gli altri Paesi dell’Unione. Un concetto semplice che però fatica ancora ad essere accettato dai Paesi cosiddetti ‘frugali’. Ecco perché, adesso più che mai, il presidente del Consiglio ha bisogno del sostegno di tutti gli italiani”.

A Bruxelles e a Roma

Anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti blinda Giuseppe Conte, invitando tutti a “stringersi” attorno al premier nella trattativa europea, ma riapre una vivace polemica interna attaccando Italia Viva e la scissione guidata da Renzi, cosa che provoca la reazione di Base Riformista, cioè la corrente più vicina alle istanze dell’ex segretario. Una frizione che va a complicare il quadro in vista delle Regionali dove prosegue il pressing su M5s per chiudere un accordo anche in Puglia e nelle Marche, dopo la Liguria. “Credo che l’Italia e il premier Conte stanno conducendo una battaglia giusta per il lavoro, per lo sviluppo, per l’Europa- sostiene Zingaretti – Tutto il Paese deve stringersi intorno a questo tentativo italiano. Mi sembra che il presidente Conte e i ministri che sono su, stiano rappresentando l’Italia nel modo migliore“.

Sostegno

Un messaggio chiaro di sostegno al premier, dopo che alcuni osservatori avevano invece intravisto una certa freddezza per Conte da parte di Luigi Di Maio, a causa del freno tirato dal ministro degli Esteri sugli accordi tra M5s e Pd nelle Regioni e del sospetto che il premier puntasse a procedere a un rimpasto a danno delle ministre M5s Azzolina e Catalfo. Ma proprio l’unica intesa sottoscritta col Movimento, quella in Liguria su Ferruccio Sansa, ha provocato malumori in Base riformista, l’area che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti.