Ordine pubblico e magistratura super partes, questioni aperte

La politica si divide sugli assistenti civici e sulla riforma dell'ordine giudiziario

“Non daremo mai consenso a ronde, sceriffi o guardie civiche, controlli e sanzioni sono materia delle forze dell’ordine: l’assistente civico sarà un volontario con funzioni di mera utilità e solidarietà sociale per aiutare comunità locali e sindaci. Se invece diventano una specie di guardia civica allora questo anziché aiutare provoca problemi alle forze dell’ordine”, afferma a Radio24 Achille Variati sottosegretario all’Interno. Gli assistenti civici “possono consigliare di indossare la mascherina, ma non può essere niente di più di un consiglio. Possono dare indicazioni se vedono degli assembramenti ma senza far perdere tempo alle forze di polizia, la loro preparazione deve essere attenta anche sul piano informativo: oggi e domani lavoreremo tra i vari ministeri per definire meglio le funzioni che possono avere queste figure”.

Correnti

Continua, intanto la polemica sulla politicizzazione della magistratura. Avverte l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao: “Non è ammissibile che nella magistratura ci siano correnti che discutono di come gestire i rapporti fra il potere giudiziario e la politica e sull’apertura o meno di un’inchiesta in base a orientamenti ideologici o logiche di appartenenza. Ed è altrettanto grave se è la politica a interferire sulle scelte della magistratura”. E aggiunge: “Dobbiamo intervenire con regole chiare per far lavorare separatamente il mondo giudiziario e quello politico.  Una magistratura che influenza la politica crea pesanti dubbi nei cittadini sulla propria imparzialità”. Questa intromissione a intermittenza di un potere su un altro, secondo Corrao, “fa molto male all’Italia intera: se emerge che un’inchiesta a qualunque livello (su un ministro, un parlamentare, un sindaco o un consigliere regionale) viene condotta secondo finalità e logiche di fazione politica, si manifesta una commistione patologica di funzioni”. E “sono la reputazione e l’immagine dell’Italia ad essere irrimediabilmente danneggiata su scala internazionale. Ciò contribuisce a indebolire la posizione dell’Italia in Europa. Un Paese in cui i poteri non sono correttamente distinti tra loro è meno credibile e più fragile agli occhi delle altre nazioni. Voglio sperare che non stia per aprirsi una nuova stagione di guerre tra magistratura e politica”.

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la sessione plenaria al Parlamento Europeo, Strasburgo

Processi mediatici

L’ex magistrato Piero Tony sottolinea a Radio24:Credo che non si possa dubitare sul fatto che si sia modificata anche la storia politica di questo Paese attraverso la magistratura e attraverso quelli che possiamo chiamare per brevità, processi mediatici.Esistono editori politici, esistono uffici di procura che sono in balia di correnti e hanno motivazioni politiche, e l’unico processo a funzionare da noi, in tempi ragionevoli, mi dispiace dirlo, è quello mediatico. Andando indietro nel tempo, vedrete che la politicizzazione c’è stata e ha segnato la strada di questo Paese”.