Incidenti lavoro, operaio muore incastrato in macchinario ad Arezzo

Sempre oggi, un secondo incidente sul lavoro avvenuto ad Ansedonia, in provincia di Grosseto, poteva trasformarsi in tragedia

Un operaio di 51 anni, residente nel Casentino, è morto dopo essere rimasto incastrato in un macchinario, una tramoggia. L’infortunio mortale è avvenuto alle 10.07 in un impianto di produzione di materiale per edilizia, dove si lavorano calcestruzzi, la Mariotti Calcestruzzi di Bibbiena, in località Nave (Arezzo).

Sul posto 118, vigili del fuoco e carabinieri, che indagano sull’incidente: malgrado i soccorsi, per l’uomo – che è rimasto incastrato in una tramoggia, una delle macchine a forma di imbuto utilizzate per il passaggio dei materiali – non c’è stato nulla da fare.

Un altro incidente: operaio cade da impalcatura ad Ansedonia

Sempre oggi, un secondo incidente sul lavoro è avvenuto in Toscana e poteva trasformarsi in tragedia. Questa volta è accaduto ad Ansedonia, in provincia di Grosseto, dove un operaio di 40 anni che è caduto da un’impalcatura da circa due metri di altezza. L’uomo è stato trasportato con un elicottero all’ospedale Misericordia di Grosseto ma non è in pericolo di vita. Sul posto oltre ai soccorritori, i tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro e i carabinieri per accertare la dinamica.

Morte Lorenzo Parelli: “No a educazione da sfruttamento”

Intanto oggi la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David, ha commentato a margine dell’Assemblea di organizzazione della Fiom-Cgil a Cervia, nel Ravennate, la vicenda di Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni morto l’ultimo giorno di tirocinio in una fabbrica in provincia di Udine.

“Diciamo che tutte le morti sul lavoro sono una cosa inconcepibile. In una fase di innovazione tecnologica 4.0 non esistono gli incidenti perché ci sono tutte le tecnologie necessarie perché gli incidenti non possano accadere – ha esordito Re David riportata da Ansa -. Che muoia un ragazzo che sta in formazione in alternanza scuola-lavoro dentro un percorso didattico mi fa dire, naturalmente la magistratura appurerà, che non stava facendo un percorso didattico ma stava lavorando”.

“Se è questo il modo di intendere l’alternanza scuola-lavoro – osserva – è un modo disastroso, e se è così è meglio non farla l’alternanza scuola-lavoro. O l’alternanza scuola-lavoro è scuola-lavoro o se deve essere invece educazione da sfruttamento, non a caso i sindacati sono, a meno di accordi specifici, tagliati fuori, è una cosa che non va bene”. A Udine, chiosa Re David, “da ieri sono partite due ore di sciopero in assemblea in tutte le aziende metalmeccaniche per sensibilizzare sul tema, gli studenti stanno costruendo le loro mobilitazioni ma credo che questo tema interroghi tutto il Paese e non basta dire che non doveva accadere”.