Nel Mediterraneo 230 morti in sei mesi. L’allarme del Papa

Dall'Italia più soldi alla Libia mentre in mare prosegue la "strage degli innocenti" in fuga da guerre, povertà e persecuzioni. I dati Oxfam in vista della Giornata mondiale del rifugiato prevista per sabato

Sos migranti. Sabato è la Giornata mondiale del rifugiato, ma in mare la “strage degli  innocenti” prosegue senza che la comunità internazionale intervenga. Al momento, riferisce Oxfam, “si contano oltre 2 mila migranti bloccati nei centri di detenzione ufficiali libici e un numero imprecisato in quelli non ufficiali, controllati dalle diverse bande armate e fazioni in lotta, con oltre 400 mila gli sfollati interni a causa della guerra civile”. Oxfam (Oxford Committee for Famine Relief ) è una confederazione internazionale di 18 organizzazioni non profit impegnate in prima linea in 90 nazioni per la riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo. In collaborazione con 3 mila partner locali, Oxfam individua soluzioni durature alla povertà e all’ingiustizia. “Con oltre 480 contagi da coronavirus registrati ufficialmente in Libia, e molti altri che potrebbero non essere stati rilevati, in questo momento a preoccupare sempre di più è proprio la situazione sanitaria nei centri di detenzione dove si vive ammassati, in condizione di vera disumanità– sottolinea Oxfam-. Un allarme rilanciato pochi giorni fa da Papa Francesco, a cui ci uniamo nel fare appello alla comunità internazionale, perché venga trovata il prima possibile una soluzione concreta per porre fine a violenze e abusi“. Un appello a “rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un cammino verso la cessazione delle violenze, che porti alla pace, alla stabilità e all’unità” della Libia. A rivolgerlo agli organismi internazionali “e a quanti hanno responsabilità politiche e militari” è stato appunto il Pontefice, che al termine dell’Angelus di domenica scorsa, davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro con il dovuto rispetto del distanziamento sociale, ha rivelato: “Seguo con apprensione e anche con dolore la drammatica situazione in Libia. È stata presente nella mia preghiera in questi ultimi giorni. Prego anche per le migliaia di migranti, rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni in Libia. La situazione sanitaria ha aggravato le loro già precarie condizioni, rendendoli più vulnerabili da forme di sfruttamento e violenza. C’è crudeltà”. E ha aggiunto: “Invito la comunità internazionale, per favore, a prendere a cuore la loro condizione, individuando percorsi e fornendo mezzi per assicurare ad essi la protezione di cui hanno bisogno, una condizione dignitosa e un futuro di speranza. In questo tutti abbiamo responsabilità, nessuno può sentirsi dispensato. Preghiamo per la Libia in silenzio, tutti”.

Aiuti

L’Italia ha in programma di continuare ad aumentare gli stanziamenti alla Guardia Costiera libica: 3 milioni in più nel 2020, per un totale di 58,28 milioni di euro diretti alle autorità libiche, che portano il costo sostenuto dai contribuenti italiani a sostegno dell’accordo Italia-Libia, siglato nel 2017, a 213 milioni di euro. Tutto ciò, nonostante si continui a morire lungo la rotta del Mediterraneo centrale (con oltre 230 vittime dall’inizio dell’anno) e nonostante numerose inchieste e testimonianze abbiano confermato il coinvolgimento della Guardia Costiera libica nel traffico di esseri umani. La denuncia arriva da Oxfam, che fa notare anche come proseguano “i ‘rimpatri’ forzati verso i ‘lager’ libici, dove uomini, donne e bambini in fuga da guerre e persecuzioni, sono ancora oggi vittime di torture e abusi inimmaginabili. L’allarme è stato lanciato alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato e in occasione dell’inizio del dibattito sul rinnovo delle missioni militari italiane all’estero in Commissione Esteri alla Camera, che approderà presto in aula per il voto.

Il Papa a Santa Marta

Paradosso

Siamo al paradosso“, sottolinea all’Agi Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. “Mentre al largo delle coste libiche si continua a morire, come dimostra l’ennesima tragedia di pochi giorni fa, proprio il governo che doveva segnare una discontinuità sulle politiche migratorie, con un ‘copia e incolla‘ della descrizione delle missioni nel dossier presentato al Parlamento negli anni precedenti, aumenta gli stanziamenti alle autorità libiche e alla Guardia Costiera. Non si ha notizia poi delle modifiche richieste al governo libico che a novembre hanno giustificato il rinnovo dell’accordo. In sostanza si va avanti nella stessa direzione, in un Paese dove ‘l’industria del contrabbando e della tratta‘ è stata in parte convertita in ‘industria della detenzione‘ con abusi e violenze oramai note a tutti, anche grazie a questo considerevole flusso di denaro”.