Nei musei è custodita la memoria per ripartire

Il Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah (Meis), inaugurato a Ferrara due anni fa, partecipa alla Giornata Internazionale Icom

Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoa (Meis) collabora, “con molto coinvolgimento”, alla Giornata organizzata dall’International council of museums-Icom. Il tema di questa edizione “Musei per l’eguaglianza: diversità e inclusione” costituisce uno dei cardini della missione del Meis nato con l’obiettivo di raccontare attraverso l’esperienza di una minoranza, quella ebraica, oltre 2000 anni di storia italiana. 

Consapevolezza

Da secoli le minoranze, le diversità, le vicende individuali arricchiscono la società, l’arte e la cultura.Saper guardare attraverso gli occhi di un altro porta ad un ulteriore livello di conoscenza e consapevolezza. Proprio per questo il Meis vuole essere un luogo aperto a tutti, accogliente, dove ciascuno possa sentirsi a proprio agio. In tutte le sue parti il museo è accessibile a chi ha una mobilità ridotta, senza alcuna barriera architettonica. Il Meis ha concepito un percorso per persone ipovedenti che verrà progressivamente implementato: attraverso l’utilizzo di schede tattili e grazie alla formazione delle guide è possibile visitare parte del percorso permanente.

Laboratori

Gli allestimenti che armonizzano opere d’arte, video multimediali, reperti e riproduzioni permettono percorsi personalizzati che rendono gli spazi fruibili per le diverse fasce d’età. I laboratori studiati per i bambini e gli adulti consentono inoltre di approcciarsi alla storia dell’ebraismo in maniera differente, uscendo dal museo con nuovi strumenti di conoscenza.

Minoranze etniche

Raccontando la storia della minoranza ebraica, il museo prevede anche uno spazio per il confronto, con eventi, presentazioni e concerti dedicati al dialogo religioso, le minoranze etniche e la ricchezza custodita nella diversità. Per esempio nella mostra “Il giardino che non c’è” a cura di Dani e Noa Karavan, allestita a cavallo tra 2018 e 2019, l’esposizione dedicava un intero spazio al monumento di Karavan per i Sinti a Berlino e un altro alla Carta dei Diritti Umani, tanto significativamente evocata nel site specific del grande artista israeliano a Norimberga.