Mattarella: “Matteotti un esempio che ancora parla ai giovani”

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 97° anniversario dell'uccisione di Giacomo Matteotti compiuto da una squadra fascista

“La Resistenza e la Liberazione, che hanno conquistato libertà e democrazia al Paese, affondano le proprie radici proprio nella testimonianza di personalità come Giacomo Matteotti. I valori che la Costituzione è riuscita a portare nelle nostre vite erano per lui ideali ai quali dedicare ogni impegno ed energia. Questo rende Matteotti un esempio che ancora parla ai giovani, e sprona tutti i cittadini ad avere cura della nostra Repubblica”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 97° anniversario dell’uccisione di Giacomo Matteotti.

Il discorso di Mattarella

“La Repubblica – prosegue nel suo discorso il Capo dello Stato – ricorda Giacomo Matteotti, martire della democrazia, nell’anniversario del rapimento e dell’assassinio ad opera di sicari fascisti dopo che, nell’Aula di Montecitorio, denunciò con coraggio le violenze squadriste e i brogli nelle elezioni del 1924. L’ultimo discorso di Matteotti segnò il drammatico epilogo della vita parlamentare, ben presto definitivamente soppressa dal regime”.

“Matteotti era un socialista che non si rassegnava alle fratture ideologiche aperte nel proprio campo – prosegue Mattarella -. Il suo impegno per i diritti del lavoro e per l’emancipazione del mondo contadino lo spinse, nel Polesine sua terra natale, a una battaglia a viso aperto con il fascismo sin dalle origini. Quando venne ucciso, era pronto anche a rendere pubbliche denunce sulla corruzione di uomini molto vicini a Mussolini. Ma la spietata azione squadrista non gli diede scampo”.

L’omicidio Matteotti

Giacomo Matteotti (Fratta Polesine, 22 maggio 1885 – Roma, 10 giugno 1924) è stato un politico, giornalista e antifascista italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, formazione nata da una scissione del Partito Socialista Italiano al Congresso di Livorno.

Matteotti fu rapito e assassinato da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini probabilmente per volontà di Benito Mussolini, a causa delle sue denunce dei brogli elettorali e del clima di violenza messi in atto dalla nascente dittatura nelle elezioni del 6 aprile 1924 e delle sue indagini sulla corruzione del governo, in particolare sulla vicenda delle tangenti della concessione petrolifera alla Sinclair Oil.

Matteotti, nel giorno del suo omicidio (10 giugno) avrebbe dovuto infatti presentare un nuovo discorso alla Camera dei deputati, dopo quello sui brogli del 30 maggio, in cui avrebbe rivelato le sue scoperte riguardanti lo scandalo finanziario coinvolgente anche Arnaldo Mussolini, fratello minore del Duce. Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo, dal brigadiere Ovidio Caratelli.