Massacci (Anffas) “I decreti Covid hanno dimenticato gli autismi”

"Le persone autistiche e gli altri disabili sono stati abbandonati dai provvedimenti del governo e dalle ordinanze regionali. E ciò con negligente colpa", denuncia a Interris.it l’associazione delle famiglie di disabili intellettivi

“Gli autismi durante l’emergenza Covid-19, al pari delle altre disabilità, sono stati dimenticati con negligente colpa nei decreti del governo e nelle ordinanze regionali”, afferma a Interris.it Antonio Massacci. Papà di un ragazzo gravemente disabile, Massacci vive a Jesi, in provincia di Ancona e presiede l’onlus Anffas, l’associazione delle famiglie di disabili intellettivi.

Cosa sta accadendo durante la pandemia nel mondo delle disabilità intellettive?

“Ci siamo preoccupati, accapigliati, nella corsa sempre più asfittica della propaganda, inutile e sterile e grazie a Dio, sembra, negativa per coloro che, senza un minimo di responsabilità, hanno speso tutto nella formulazione di richieste esose, ben sapendo, perchè oggi in Italia, non c’è nessun “marchio” politico che non abbia fatto esperienza di governo del paese, ben sapendo che lo Stato ha risorse limitate e trascurando di guardare là, dove ci sono state e ci sono ancora lacune, nella organizzazione della vita del nostro popolo. E noi siamo il nostro popolo, noi persone con disabilità, noi persone con autismo ne siamo componenti, certo fragili ma a pieno titolo e diritto”.

Vi sentite dimenticati?

“Dimenticati o volutamente esclusi? S’è detto anche che, al pari delle persone dell’età grande, potevamo essere sacrificati. Sacrificati sull’altare degli errori della storia più o meno recente di questo onorato Paese. Dov’erano i paladini del nulla quando si decretava e si scrivevano ordinanze? Quali proposte hanno fatto? Non ne abbiamo sentite, ciò non ci stupisce. Sappiamo che per correggere errori occorre saperli individuare. Sappiamo che per fare proposte, occorre conoscere. Sappiamo che per fare progetti necessita consapevolezza. Queste sono doti che si possono acquisire ma per farlo bisogna indirizzare i prori studi nella giusta direzione, occorre farsi piccoli ed ammettere la propria ignoranza”.

Quali sono state le vostre iniziative per sensibilizzare l’opinione pubbblica e le istituzioni?

“Non ne abbiamo visti deputati o senatori, pronti ad interessarsi alle sorti di queste miti, dolci, care, forti e potenti persone. Non ne abbiamo visti. Nonostante gli appelli, le testimonianze, gli inviti, le sollecitazioni, delle famiglie, della nostra associazione Anffas, che si è spesa mettendo a disposizione la sua grande esperienza e conoscenza. Non ne abbiamo visti e ciò ha comportato dolore, grande sofferenza e perdita di conquiste, di livelli tanto faticosamente raggiunti. Non sappiamo quanto ancora si dovrà regredire a causa di questa inettitudine. Ci confortano ora, alcune blande aperture verso il mondo delle disabilità complesse e dei disturbi del neurosviluppo”.

Scarsi segnali di attenzione?

“Sono ben poca cosa, anche perchè, adesso, il nostro sguardo va oltre le nostre attuali sofferenze, ora le preoccupazioni sono tutte rivolte alla tanto propagandata ripartenza. Si dice in sicurezza ma ancora, si evita di, entrare, nel tema, in merito ai parametri di sicurezza, applicabili alle persone con disabilità, alle persone con autismo. Per noi, ciò che va bene per l’ordinario, non ha valenza, non è applicabile”.

Cosa vi attendete dalla fase due?

“Non vediamo néproposte né studi. Ma questo mondo, quello delle disabilità in genere e quello dallo spettro autistico in particolare, richiede attenzione, merita attenzione anche dal punto di vista occupazionale, che magari, per coloro che non hanno a cuore la persona di cui parliamo e le sue fragilità, ma guardano soltanto ai fatturati e ai voti, gli chiediamo di guardarlo bene perchè, questo mondo, coinvolge diversi milioni di addetti, di familiari, di caregiver, diversi milioni di votanti. Ci rivolgiamo anche a voi, cinici e ignavi, perchè il futuro va progettato e programmato bene, per salvare quanto resta di ciò che in anni di studi e di appassionato lavoro, è stato fatto. Per restituire tutta la dignità possibile a queste persone dall’animo puro ed innocente: lo meritano”.