Lodi, operaio ventenne muore schiacciato da un tir

Non si ferma la scia di sangue di morti bianche. Un operaio di 20 anni è deceduto martedì sera dopo essere stato schiacciato da un tir che stava effettuando una manovra in un'azienda di logistica di Tavazzano con Villavesco, nel Lodigiano. Il ventenne, di nazionalità indiana, risulta residente in provincia di Sondrio. Immediata l'allerta al 118 ma quando, sul posto, sono arrivati i sanitari, per il giovane non c'era, ormai, già più nulla da fare. Ora la salma si trova nella camera mortuaria dell’ospedale di Lodi a disposizione della magistratura. Una svista fatale e molto dolorosa per il conducente, sceso sconvolto dal mezzo e incredulo davanti all’agghiacciante verità. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Lodi e i tecnici dell’Agenzia tutela della salute che sono preposti alle verifiche in caso di infortunio sul lavoro.

Benevento

L'ultimo caso di morte bianca era avvenuta solo il giorno prima, la mattina del 3 febbraio, alla stazione ferroviaria di Benevento. Stando a quanto si apprende, un uomo – un operaio di 58 anni – stava lavorando su una impalcatura, nel cantiere a ridosso dei binari in via Mura della Caccia, quando è improvvisamente caduto, compiendo un volo di circa quattro metri e atterrando violentemente al suolo. Sul posto sono giunti immediatamente i sanitari del 118 dell'unità di rianimazione della Croce Rossa. Ma anche in questo caso, non hanno purtroppo fare altro che constatarne il decesso: l'operaio era morto sul colpo. La Cgil di Benevento, con il segretario generale Luciano Valle, il referente Filt Trasporti, Giuseppe Anzalone e il delegato Fillea (Edili) Antonio Mesisca, è intervenuta con una nota dopo il tragico incidente sul lavoro. “In questo momento – scrivono i sindacalisti – vogliamo innanzitutto esprimere il nostro cordoglio e la vicinanza ai familiari del lavoratore morto, saranno poi le autorità competenti a svolgere tutte le appropriate indagini e verifiche per definire quali siano state le cause dell’accaduto. Non possiamo però sottrarci – tuona la Cgil – dal denunciare che ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio in cui un lavoratore padre di famiglia esce al mattino dalla casa con le proprie gambe, per farne poi ritorno con una bara. Se un lavoratore rimane vittima di un incidente sul lavoro, significa che qualcosa nella catena di controllo della sicurezza non ha funzionato che si tratti di formazione o di vigilanza sul rispetto delle norme di sicurezza. Il numero delle morti sul lavoro in Italia ha raggiunto numeri inaccettabili”. Al centro della nota la Cgil pone poi la sicurezza sul lavoro: “venga messa al primo posto nell’agenda politica del Paese, purtroppo, però, assistiamo da parte delle forze politiche un invenzione di problemi inesistenti, senza invece affrontare le reali emergenze, quali sono le morti sul lavoro. Come Organizzazione Sindacale continueremo a denunciare e sensibilizzare il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, ma al contempo riteniamo doveroso lanciare un ulteriore grido di allarme e un chiaro segnale alle istituzioni e organi preposti alla vigilanza, se qualcuno resta indifferente davanti a determinate tragedie, noi sindacalisti non lo saremo mai”.