L’appello di Ramonda (Apg23) allo Stato: “Non rendere facile l’accesso all’acquisto di droghe”

“Oggi ricorre la giornata mondiale contro la droga. Noi della Comunità Papa Giovanni XXIII celebriamo la festa dell’interdipendenza per ricordare come i ragazzi hanno bisogno di crescere in un ambiente idoneo, bello, adeguato, che permetta loro di sviluppare tutte le capacità e i talenti”. E’ quanto ha dichiarato Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII ad Interris.it, in occasione della giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe.

Come ha influito il lockdown

Ramonda ha ricordato come a causa della pandemia e la conseguente chiusura delle scuole, molti ragazzi sono rimasti più soli e più esposti alle dinamiche del web, dove il commercio di droga si diffuso enormemente. “Vogliamo fare un richiamo forte al governo e al parlamento perché mettano in campo delle azioni preventive ed educative, finanziando dei progetti che permettano ai giovani di accedere ad attività ludiche, sportive e culturale – ha affermato -. Il lockdown ha aumentato lo stress, l’aggressività, i disturbi del sonno. La sovraesposizione alla rete ha agganciato molti ragazzi. Bisogna lavorare per la vita, il bello e il bene, per dare delle opportunità ai giovani“.

Il programma terapeutico

“La maggioranza dei ragazzi che accede al nostro programma, lo porta a termine. E’ chiaro che ci sono anche alcuni che non lo finiscono”, ha spiegato Ramonda, sottolineando che negli ultimi anni si è verificato un cambio nel profilo delle persone che si rivolgono all’Apg23 in cerca di aiuto. “Molti iniziano da giovani a consumare droga e lo fanno per anni. Alcuni hanno anche diagnosi di disturbo psichiatrico e di personalità. E’ estremamente impegnativo il lavoro educativo e di rinascita“.

La caratteristica delle comunità terapeutiche

Il presidente dell’Apg23 ha spiegato che le comunità terapeutiche hanno una particolare caratteristica: gli operatori e la loro famiglia, condividono direttamente la loro vita con i ragazzi. “Il percorso è incentrato sullo sviluppo integrale della persona, dalla dimensione fisica, psichica, relazionale, anche la dimensione della fede, con una proposta libera, però di accompagnamento, perché diceva sempre il nostro fondatore, il Servo di Dio don Oreste Benzi, ‘chi libera l’uomo e la persona è il bisogno di assoluto, di infinito, di Dio’. Noi proponiamo la vita in Cristo, in una comunità cristiana aperta al territorio, alla dimensione sociale, aperta agli ultimi. Molti di loro, anche al servizio, dopo aver incontrato nella comunità le persone più fragili, riescono a recuperare e dare un senso alla loro vita”.

L’appello

Ramonda ha voluto lanciare un appello alle istituzioni. “Non bisogna rendere facile l’accesso alle droghe. Non finanziare la ludopatia e il gioco d’azzardo che portano misere entrate nelle casse dello Stato ma sono devastanti per i giovani e le loro famiglie“.