Lamorgese: “Coniugare l’accoglienza dei migranti con il rispetto leggi

Lo scrive il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese nel rapporto annuale Siproimi/Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) presentato oggi

Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese

“La nostra sfida, ieri come oggi, rimane quella della coerenza del modello di accoglienza con gli obblighi costituzionali e internazionali che il nostro Paese ha assunto. Nonché con l’esigenza imprescindibile di coniugare sempre l’osservanza delle leggi dello Stato da parte dei migranti con il controllo ordinato dei flussi migratori. Seguendo un progetto politico e sociale che abbia come fine la capacità di integrare lo straniero“. Lo scrive il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nel rapporto annuale Siproimi/Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) presentato questa mattina in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebrerà il prossimo 20 giugno.

“La graduale integrazione di un migrante nelle comunità – sottolinea Lamorgese – contribuisce alla convivenza sociale e alla sicurezza nazionale in quanto previene il rischio che gli immigrati possano essere reclutati dalla criminalità o che finiscano nella rete del fondamentalismo religioso”.

Lamorgese: “Il sistema di accoglienza in Italia si è evoluto”

“Il sistema di accoglienza in Italia – rileva quindi il ministro – si è andato evolvendo e perfezionando negli anni, privilegiando un modello diffuso sul territorio nazionale e orientato all’inclusione sociale dei migranti, nonché aperto alla più ampia collaborazione con le realtà locali valorizzando la capacità progettuale dei territori”.

Diffuso, inclusivo, partecipato. Un modello di accoglienza così articolato – sottolinea – ha altresì consentito, durante l’esplosione dell’emergenza sanitaria mondiale, di fronteggiare adeguatamente l’effetto pandemico sulle comunità di accoglienza, interessate, fin dall’ingresso nel territorio nazionale dei migranti, dalle misure sanitarie della quarantena applicate sulle navi appositamente noleggiate o in strutture dedicate”.