La vera storia dell’attentato a Giovanni Paolo II nel libro di Antonio Preziosi (VIDEO)

Tra storia, fede e mistero ecco cosa accadde davvero in piazza San Pietro il 13 maggio del 1981

Giordano

Sono tanti i fatti che diventano cronaca, ma pochi quelli che diventano storia. L’attentato contro Giovanni Paolo II, avvenuto in piazza San Pietro il 13 maggio del 1981, è uno di questi fatti. Lo spiega bene il libro del giornalista e scrittore Antonio Preziosi dal titolo “Il Papa doveva morire” (edizioni San Paolo) appena uscito in libreria.

L’attentato a Giovanni Paolo II come un film

Il volume ricostruisce quello che accadde quel giorno, raccontandolo come un film: gli spari alle 17.17 (due, forse tre o… addirittura quattro?), il panico, la corsa al Policlinico Gemelli con l’ambulanza “sbagliata” senza scorta e con la sirena rotta, le strade prese contromano, le peripezie per raggiungere la sala operatoria la cui porta chiusa a chiave viene sfondata a calci ed a spallate da un medico, l’estrema unzione impartita da don Stanislao e la morte solo sfiorata dal Pontefice polacco che si salva dopo molte ore trascorse in sala operatoria.

Dentro la “guerra fredda”

L’attentato avviene in un contesto politico mondiale caratterizzato dalla guerra fredda. Monsignor Rino Fisichella, che del libro di Antonio Preziosi ha scritto una bella ed interessante prefazione, ricorda come i servizi segreti polacchi tenessero sempre sotto controllo il cardinal Wojtyla. E racconta le confidenze del professor Grygiel, amico del Papa, che informò il Pontefice di alcuni movimenti sospetti che si muovevano lungo il colonnato di San Pietro. Racconta monsignor Fisichella che il Papa disse semplicemente: ‘Sono già arrivati? Non hanno perso tempo’. Certamente l’elezione a Pontefice del polacco Karol Wojtyla aveva allarmato la complessa struttura di potere dell’Unione Sovietica e dei Paesi afferenti al patto di Varsavia.

Il misterioso Agca

Rimane ancora irrisolto e quindi sempre attuale il mistero su chi abbia armato il “Lupo Grigio” turco Alì Agca che quel giorno attentò alla vita del Pontefice (da solo o con un complice?): il killer è un uomo enigmatico al quale lo stesso giudice istruttore Ilario Martella, una delle straordinarie fonti del libro di Antonio Preziosi, riconosce “straordinaria intelligenza” e del quale – a distanza di diversi decenni – esclude che possa aver agito da solo. Martella rimane un fermo sostenitore della cosiddetta “pista bulgara” per la quale furono i servizi segreti di Sofia ad armare la mano di Agca. Una tesi prima sostenuta e poi rinnegata in sede processuale dallo stesso Agca.

Oltre la storia, dentro la Fede

Ma al di là dei pur affascinanti scenari di cronaca, il libro di Preziosi indaga sul vissuto mistico di Giovanni Paolo II che perdonò l’attentatore già pochi secondi dopo essere stato colpito dalle sue pallottole. E che, ancora degente al Gemelli, si convinse di essere stato salvato dall’intervento diretto della Madonna di Fatima e che l’attentato avrebbe adempiuto il cosiddetto “Terzo Segreto” rivelato ai pastorelli portoghesi dalla stessa Vergine. E qui il libro svela, con continui colpi di scena, particolari inediti o poco conosciuti che convinsero Giovanni Paolo II che una mano avesse sparato e che un’altra mano avesse deviato il proiettile mortale esploso contro di lui: appare sulla scena del crimine una suora, descritta da Agca nella sua prima deposizione, e mai rintracciata; si racconta dello stupore dei chirurghi che constatarono come il proiettile penetrato nel ventre del Papa avesse seguito un “percorso a zig zag assolutamente inspiegabile” schivando arterie e centri nervosi vitali; infine la vita di Giovanni Paolo II che, pur salvandosi dall’attentato, inizia un calvario che lo porta parlare di un “Vangelo della Sofferenza”. Vicende che superano la cronaca e la storia, entrando nella dimensione della fede e del mistero.