La testimonianza di una preside: “Scuole pubbliche paritarie: qualcosa cambierà?”

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Sono un Dirigente scolastico in quiescenza che ha lavorato per 42 anni nella Scuola Statale e da qualche anno, nelle mie opere di volontariato, ho incluso la consulenza a un Istituto Paritario. Non conoscevo questa realtà e per questo ho cercato in questo periodo di documentarmi per quanto mi è stato possibile.

Parto da questa definizione riportata in Wikipedia: Le Scuole Paritarie svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Una Scuola Paritaria, essendo pubblica, sebbene non sia gestita direttamente dallo Stato, può rilasciare i medesimi titoli della scuola statale, purché si attenga a quanto previsto dalla legge n°62/2000.

La regolare frequenza degli alunni alla Scuola Pubblica Paritaria costituisce quindi assolvimento dell’obbligo di istruzione e le rette pagate dalle famiglie forniscono i fondi necessari all’ordinaria gestione della scuola.

Per questo motivo mi sono chiesta perché i contributi che lo Stato eroga alle Scuole Pubbliche Paritarie siano così esigui rispetto a quelli previsti per gli alunni delle Scuole Statali visto che il riconoscimento a Scuola Pubblica Paritaria richiede l’ottemperanza di ogni adempienza prevista per le Scuole Statali.

Gli Istituti Paritari fanno dunque parte di un sistema educativo pluralistico, riconosciuto come valore indispensabile in tutti gli Stati europei e da molti di questi Stati finanziate in toto nel rispetto della libertà di scelta della scuola che si ritiene più idonea alle proprie esigenze/aspettative. La maggior parte dei costi del sistema paritario, in Italia, è però in carico alle famiglie degli studenti iscritti che, in aggiunta ai costi dell’istruzione non statale, sovvenzionano, con le proprie tasse, il sistema scolastico statale e questo venendo meno all’art. n°3 della nostra Costituzione che prevede pari dignità e uguaglianza davanti alla legge.

Attualmente, a seguito dell’emergenza COVID19, la situazione delle Scuole Paritarie è precipitata, l’iscrizione all’anno scolastico ha carattere annuale, la suddivisione in quote mensili è autorizzata solo per facilitare le famiglie, ma molti genitori, non potendo più far frequentare i propri figli, hanno deciso di non pagare più le rette, in alcuni casi ridotte, e questo ha collassato gli Istituti. Solo l’impavida volontà di perseguire lo scopo educativo previsto permette a queste realtà di sopravvivere, vedo le religiose lottare con tutte le loro forze di fronte a ogni difficoltà e qui non si parla di remunerazione o di lucro, ma di una ammirevole forza interiore che non teme nessun carico di lavoro.

La decisione del governo di escludere dal decreto rilancio finanziamenti per queste scuole che svolgono un servizio pubblico ha ulteriormente aggravato il problema.

Per questo motivo le presidenze nazionali dell’Usmi (Unione superiori maggiori d’Italia) e della Cism (Conferenza italiana superiori maggiori), hanno indetto uno sciopero, manifestando tutto il loro disagio e le loro difficoltà attraverso un gesto simbolico che facesse rumore e coinvolgesse tanti cittadini, oltre ogni schieramento. L’adesione è stata massiccia perché attualmente insuperabili sono le difficoltà di queste realtà scolastiche.

Ora solo la politica può trovare delle soluzioni. L’intervento di suor Anna Monia Alfieri alla Commissione Bilancio il 29 maggio 2020 ha messo a fuoco tutto l’intero sistema legato alle Scuole Pubbliche Paritarie. In modo appassionato ed efficacissimo suor Anna Monia Alfieri ha illustrato la situazione:

  • 12.600 paritarie italiane contano oggi 866.000 studenti e impegnano 186.000 dipendenti
  • un alunno di scuola statale nel suo percorso di studi costa allo stato 89.000 euro, uno studente di scuola paritaria 8.500 euro (rapporto Ocse Pisa del settembre 2019)
  • il contributo dello Stato per queste scuole è pari, nel 2020, a 651 milioni di euro: mediamente 752 Euro per alunno che varia dai 295 Euro per uno studente della scuola secondaria di primo grado fino ai 1.007 Euro per uno della scuola dell’infanzia; nel contempo per un alunno nel sistema delle Scuole Statali lo Stato spende circa 8 volte di più, con un costo annuo che oscilla tra 5.300 e 6.700 euro
  • i finanziamenti aggiuntivi previsti in questa situazione COVID19 per le Scuole Paritarie sono molto limitati, 152 euro per ogni iscritto alla scuola dell’infanzia, 200 euro per ogni iscritto alle scuole primarie e secondarie.

Suor Anna Monia Alfieri ha sottolineato che potrebbe chiudere il 30% degli Istituti Pubblici Paritari perché fortemente indebitati e per questo motivo si riverseranno nelle scuole statali 290.000 alunni con un incremento pari al 4% del totale degli iscritti in strutture che già presentano problemi importanti per le misure che si dovranno assumere in vista della ripresa delle scuole. Così lo Stato dovrà far fronte a un esborso di 1,6 miliardi di Euro in più all’anno. Estremizzando, se il 100% degli studenti delle paritarie si trasferisse nelle scuole statali, si dovrebbero spendere circa 5 miliardi di Euro in più ogni anno per sostenere la scuola italiana.

La mancanza di aiuto alle Scuole Pubbliche Paritarie porterà dunque al tracollo anche la Scuola Statale: lo Stato corre il rischio che la crisi economica derivante dalla pandemia provochi la fuga delle famiglie dalle scuole pubbliche paritarie a quelle statali, per evidenti minori costi da affrontare.

Per non parlare della chiusura improvvisa delle scuole causata dal coronavirus che imporrà un aumento dei costi (più personale nel caso di ulteriori lezioni pomeridiane o nel weekend, sanificazioni e altro).

Dopo un’analisi molto accurata della drammatica situazione che ha catturato empaticamente tutti coloro che erano in ascolto, la relatrice ha suggerito possibili soluzioni, perché salvare le Scuole Pubbliche Paritarie oggi vuol dire:

  • evitare il collasso delle Scuole Statali,
  • aiutare le famiglie
  • evitare di mettere a rischio il lavoro dei circa 100.000 dipendenti delle Scuole Pubbliche Paritarie.

Questi alcuni dei suggerimenti chiave proposti da suor Anna Monia Alfieri:

  • stabilire e rispettare il criterio del costo standard di sostenibilità per allievo nella scuola italiana al fine di raggiungere l’attuazione del diritto alla libertà di scelta educativa: la famiglia italiana non ha ancora il pieno esercizio della libertà di scelta in un reale pluralismo educativo
  • autorizzare la detraibilità integrale del costo delle rette versate alle Scuole Pubbliche Paritarie
  • azzerare i costi che vengono evitati alle Scuole Statali
  • fruire degli stessi investimenti che vengono erogati alle scuole statali (DAD, ecc)

L’intervento di Suor Anna Monia Alfieri è stato così appassionato, accorato, motivante che coloro che sono intervenuti successivamente alla sua esposizione non hanno potuto che ringraziarla soprattutto per la chiara ed esaustiva visione della situazione che ha saputo fornire.

Grazie a questa vera paladina delle Scuole Pubbliche Paritarie forse qualcosa cambierà, deve cambiare, non può essere che, come ha affermato suor Anna Monia Alfieri, – I ricchi continuino a scegliere e i poveri si accontentino – verrebbero meno i valori di giustizia, equità e democrazia di uno Stato che prevede costituzionalmente pari dignità e uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Luigina Achilli