La speranza è il Recovery Fund. Ma un’impresa su 4 ha danni strutturali

Un panel di 500 imprese per valutare l’impatto economico del coronavirus. Positivo il giudizio sul Recovery Fund

crisi

Sos Recovery Fund. A 100 giorni dalla riapertura dopo il lockdown la ripartenza economica resta complessa. Per il 58% delle imprese intervistate si potrà tornare alla normalità solo nel 2021. Ma il 25% considera la crisi strutturale e non più recuperabile. Per metà delle imprese  la perdita di fatturato nel 2020 sarà superiore al 30%. Positivo, in generale, il giudizio sulle misure adottate dall’Unione europea per contrastare la crisi economica. Per il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti “anche dalle grandi difficoltà si può uscire rafforzati”. E “bisogna puntare, con nuovo slancio, sull’economia circolare e sostenibile”.  Anche utilizzando “di più e meglio le nuove tecnologie digitali”.

In attesa del Recovery Fund

Quali sono le aspettative di fatturato delle imprese per il 2020? Quali le valutazioni in relazione alla situazione economica post lockdown? E come è valutato il ruolo dell’Unione Europea? Basta il Recovery Fund ell’affrontare la contrazione dell’economia generata dall’emergenza sanitaria? Su questi quesiti si è concentrata la nuova indagine dell’Osservatorio permanente della Cciaa della capitale. La Camera di Commercio di Roma ha elaborato un nono report. Ciò offre un’analisi sull’impatto del Covid-19 sul tessuto imprenditoriale locale. E una visione degli imprenditori sulla realtà economica italiana e sul ruolo dell’Unione europea. Più in generale, l’Osservatorio ha fornito, da marzo a oggi, un costante aggiornamento sull’evoluzione dei fatti. Cercando di cogliere il sentiment degli imprenditori. E identificando le misure che meglio si sono prestate a contenere il danno economico subito dalle imprese. Per studiare strategie utili per il rilancio.  

Impatto economico

E’stato costituito un panel di 500 imprese rappresentative delle attività economiche. Per valutare l’impatto economico del coronavirus e fornire un costante aggiornamento sull’evoluzione della situazione. La nona indagine è stata realizzata tra il 3 e il 6 agosto. L’84,6% delle imprese ha tra 0 e 9 dipendenti, il 12,6% ha tra 10 e 49 dipendenti e il 2,8% delle imprese ha oltre 50 dipendenti. Il report si concentra sulle aspettative di fatturato delle imprese per il 2020, sulle valutazioni in relazione alla situazione economica post lockdown e sul ruolo dell’Unione Europea nell’affrontare la contrazione dell’economia generata dall’emergenza sanitaria. A quasi 100 giorni da quando ha preso avvio la fase di uscita dal lockdown, è quella di una ripartenza ancora tutta da consolidare. Per la maggioranza delle imprese intervistate un pieno ritorno alla normalità non potrà verificarsi se non nel 2021.

Sos turismo

A quasi 100 giorni dalla riapertura le valutazioni relative alla situazione economica restano improntate a forte preoccupazione. Come prevedibile la situazione più difficile è segnalata dalle imprese del turismo, mentre c’è maggiore fiducia tra le imprese manifatturiere.  Nel complesso positivo il giudizio sull’Unione Europea. Quasi il 60% delle imprese dichiara buono o buono in parte il programma Next Generation Ue. E il 50% delle aziende valuta buona o buona in parte la risposta data dall’Europa all’emergenza sanitaria. E’ invece del 29,8% la percentuale di imprese che ritengono insoddisfacente l’azione europea. Infine, più di un quarto delle aziende (il 27,5%) considera il programma Next Generation Ue la giusta risposta data alla crisi e per questo un’occasione da non sprecare.  

Giudizio positivo sul Recovery Fund

“Il giudizio sulle misure economiche adottate all’Unione Europea è, in generale, positivo- osserva Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma e di Unioncamere Lazio-. Si tratta ora di convogliare concretamente queste risorse stanziate nelle tasche degli imprenditori. Un’operazione necessaria, indispensabile e da fare in tempi brevi. Tutte le istituzioni coinvolte devono fare la loro parte perché senza le imprese e senza una vera ripresa il futuro di tutti resta precario. Comunque  anche dalle grandi difficoltà si può uscire rafforzati“. E conclude Tagliavanti: “Penso che si possa ripartire, uniti. Accelerando sui temi dell’economia circolare e sostenibile. Abbassando i livelli di burocrazia. E aumentando quelli di solidarietà. E’ auspicabile, però, un utilizzo maggiore e migliore delle nuove tecnologie digitali. Da parte delle imprese ma, soprattutto, dentro le pubbliche amministrazioni. Se facciamo, con coraggio, operazioni che puntano in queste direzioni, l’era post-coronavirus può essere un’occasione. Per ricostruire, con solide fondamenta, l’ economia”.