Pandemia e imprese: il termometro economico dell’emergenza

Il 71% delle aziende pensa di tornare ai livelli produttivi pre-emergenza anche se ci vorrà almeno un anno. Più pessimismo sulla situazione economica complessiva: il 34,7% ritiene che nulla sarà come prima. I dati dell'Osservatorio CCIAA di Roma    

Cosa aspettarsi dopo? Quali saranno le condizioni economiche da cui ripartire? L’ultima rilevazione dell’Osservatorio permanente CCIAA della capitale fa il punto sulle prospettive degli imprenditori relativamente alle loro imprese e sulla situazione economica nell’ipotesi di superamento, nei prossimi mesi, dell’emergenza sanitaria. Si tratta di un’ accurata analisi dell’impatto del Covid-19 sul tessuto imprenditoriale locale. Sono state monitorate 500 imprese rappresentative delle attività economiche di Roma e provincia tra il 26 e il 30 marzo 2020.  Le imprese del campione hanno nel 67% dei casi la sede nel comune di Roma e per il 33% dei casi nel resto della provincia di Roma. L’84,6% delle imprese ha tra 0 e 9 dipendenti, il 12,6% ha tra 10 e 49 dipendenti e il 2,8% delle imprese ha oltre 50 dipendenti. L’ Osservatorio predisposto dalla Camera di Commercio di Roma fornisce un costante aggiornamento sull’evoluzione dei fatti, con l’obiettivo di identificare le misure che meglio si prestano a contenere il danno economico subito dalle imprese e studiare strategie per un rilancio.

Europa Covid-19 – Foto © Ap

Possibilità di ripresa

Tra le imprese prevale ancora un cauto ottimismo sulle possibilità di ripresa dopo la fine dell’emergenza sanitaria. La maggioranza degli imprenditori ritiene che la propria impresa non necessiterà di profondi cambiamenti per ripartire. Più pessimismo nel valutare, invece, la situazione generale dell’economia. La maggioranza degli imprenditori ritiene possibile un ritorno alla normalità della propria impresa, anche se in tempi lunghi. Il 91,3% delle imprese pensa che si tornerà alla normalità. Di queste il 71% pensa che dopo la fine dell’emergenza sanitaria si potrà tornare alla normalità, ma solo lentamente e non prima di un anno. Il 20% pensa, invece, che ci sono tutte le condizioni per una ripartenza in tempi rapidi. Solo il 9% pensa che non sarà più possibile tornare alle condizioni pre-pandemia. La maggioranza delle imprese effettuerà delle riorganizzazioni utili a ripartire, ma non stravolgerà la propria organizzazione. Il 51,5% delle imprese farà delle riorganizzazioni utili ad affrontare meglio i nuovi scenari, il 27,3% potrà proseguire come prima e solo il 21,2% necessiterà di profonde riorganizzazioni. Gli imprenditori mostrano più pessimismo sulla situazione generale dell’economia. Un imprenditore su tre (il 34,7% del campione) pensa che dal punto di vista del sistema economico, niente sarà più come prima, 2 imprenditori su 3 (65,3%) pensano, invece, che ci sarà un recupero, anche se per la quasi totalità (il 62,5%) il ritorno ai livelli pre-emergenza sarà lento e graduale. Solo per il 2,8% ci sarà un rimbalzo rapido.

Cauto ottimismo

“Un cauto ottimismo sulle prospettive di ripresa per la propria attività imprenditoriale, una preoccupazione maggiore per la situazione economica complessiva del territorio, fiaccato e impoverito dalla violenza e dalla lunghezza dell’emergenza sanitaria– spiega Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma-. Il report mette in evidenza, ancora una volta, la tenacia e il pragmatismo dei nostri imprenditori. Imprenditori che non smetterò mai di ringraziare perché fare impresa nel nostro Paese è comunque una sfida difficile in condizioni normali e pensare di farlo dopo questa terribile emergenza lo è doppiamente”. Infatti, “leggere che nove imprese su dieci pensano di tornare alla normalità, seppur in maniera lenta e graduale, è un dato fondamentale e, in parte, anche sorprendente”, sottolinea Tagliavanti:”Sia chiaro, la situazione generale per le aziende resta difficilissima e senza precedenti, ma è proprio grazie alla dinamicità, al carattere e alla resilienza di migliaia di imprenditori, artigiani e professionisti che risorgeremo. E’ dovere imprescindibile di tutte le istituzioni supportare questo straordinario spirito d’iniziativa con ogni azione possibile”.